Due anni di tempo per rivedere i criteri per l’accreditamento sanitario delle strutture private. L’esigenza di distinguere le aziende profit dal mondo non profit.
“Una revisione complessiva della disciplina concernente l’accreditamento istituzionale e la stipulazione degli accordi contrattuali per l’erogazione di prestazioni sanitarie e socio-sanitarie”, con questo intendimento il Governo, a dicembre 2024, ha rinviato di due anni l’applicazione della legge nazionale che, nel 2022, recependo una direttiva europea, aveva introdotto nell’ ordinamento giuridico una maggiore concorrenza per l’ accreditamento e il convenzionamento delle strutture sanitarie private.
Il prof. Alceste Santuari, docente di diritto dell’economia e di diritto del Terzo Settore all’Università di Bologna, in un recente articolo apparso sulla rivista on line “Persona e Danno” (www.personaedanno.it) ha scritto:
«Si tratta di una previsione fortemente richiesta dalle associazioni di rappresentanza delle strutture socio-sanitarie, che rimette ad uno specifico “Tavolo” di concertazione e verifica le “regole di sistema”.
Potrà essere quella l’occasione per definire un set di criteri e principi condivisi per delineare un quadro di riferimento che permetta alle singole Regioni di costruire regole maggiormente coerenti con le caratteristiche dei soggetti erogatori?
Potranno/vorranno le Regioni riconoscere le differenze intercorrenti tra soggetti non profit e sistema della cooperazione sociale, da un lato e le imprese for profit, dall’altro?
Sarà possibile individuare meccanismi di valorizzazione, sostegno e promozione di elementi innovativi, che contribuiscano ad un innalzamento degli standard qualitativi offerti dalle strutture accreditate?
Sarà quella l’occasione per costruire “ponti” tra la disciplina dell’accreditamento istituzionale di livello regionale e i principi della co-progettazione, come l’esperienza della Regione Toscana insegna?
È ipotizzabile definire linee di intervento fondate sul riconoscimento della peculiarità dei servizi oggetto di accreditamento, anche al fine di evitare un “appiattimento eccessivo” sulle regole di mercato?
E, dunque, l’augurio è che la disposizione di cui all’art. 36 della legge annuale per il mercato e la concorrenza possa costituire un passaggio utile e funzionale alla revisione di uno dei pilastri del nostro sistema sanitario nazionale e della sua capacità di garantire i livelli essenziali delle prestazioni».
Quella espressa in modo puntuale dal prof. Santuari è la posizione, esatta, che sta portando avanti la Fondazione Turati fin da quando ha contestato alla Regione Toscana la prima applicazione della legge sulla concorrenza, disposta quando ancora non era operativa la normativa nazionale richiamata, e che equiparava il non profit al profit senza nemmeno fare una valutazione di merito sulla qualità dei servizi offerti.
Sul tema, con un documento del suo Centro studi giuridici e sociali, ha preso posizione anche Anffas nazionale che, richiamando la sentenza n.131/2020 della Corte costituzionale, chiede la partecipazione delle associazioni del Terzo settore al previsto Tavolo di concertazione per la messa a punto delle nuove regole di sistema. Scrive Anffas: «L’inclusione degli ETS al Tavolo di lavoro diventa, quindi, essenziale non solo per rappresentare le specificità del Terzo Settore, ma anche per evitare che le logiche di mercato prevalgano a discapito della qualità, della trasparenza e dell’efficacia dei servizi sanitari e sociosanitari. Il Terzo Settore, dunque, non è un semplice operatore economico ma un soggetto che contribuisce in modo sostanziale alla costruzione di un welfare che risponda alle esigenze della “società del bisogno”. Escludere gli ETS dai processi decisionali o sottoporre lo stesso a mere logiche di mercato equivarrebbe ad ignorare il loro apporto fondamentale, compromettendo la possibilità di sviluppare soluzioni innovative e collaborative capaci di migliorare la vita delle comunità vulnerabili».
Seguiremo ora con attenzione gli sviluppi della cosa. La Turati comunque sarà in prima linea per il recepimento delle linee d’azione evidenziate.