Nei primi anni dell’ultimo dopoguerra, a Pistoia, un gruppo di giovani accomunati dalla fede negli ideali del socialismo riformista dava vita a un’opera di volontariato sociale destinata a lasciare un segno duraturo nella storia della città. Questi giovani formavano il Comitato provinciale del CISS, Centro Italiano di Solidarietà Sociale, il cui programma si conformava in buona misura all’esempio delle istituzioni solidaristiche promosse fra la fine dell’Ottocento e il primo Novecento da esponenti politici dell’ala moderata e pragmatica del socialismo italiano, primo fra tutti lo stesso Filippo Turati. Il CISS fu non a caso presieduto a livello nazionale da un uomo come Alessandro Schiavi che era stato, oltre che fraterno amico, stretto collaboratore di Turati nella redazione della rivista “Critica sociale” e nell’azione della Società Umanitaria, di cui aveva guidato l’ufficio del lavoro.
Il CISS si organizzò per offrire risposte ai problemi più gravi e urgenti della popolazione e in particolare dei giovani, utilizzando i due centri da esso progressivamente realizzati e gestiti a Pistoia e Gavinana attraverso due società immobiliari costituite apposta: la SIMCISS (Società Immobiliare Centro Italiano Solidarietà Sociale) e la SICAP (Società Immobiliare Centro Addestramento Professionale), proprietarie di terreni e fabbricati in città e sulla montagna pistoiese. Animatore più attivo e autorevole di questa pattuglia di volenterosi era Antonio Cariglia, già distintosi da giovanissimo nella militanza antifascista e partigiana. Per circa un ventennio il CISS pistoiese proseguì nella sua opera, maturando sempre nuove esperienze e contribuendo con crescente efficacia ad integrare l’azione dei pubblici poteri nei settori dell’istruzione professionale e dell’assistenza sanitaria alla gioventù.
La particolare natura della missione associativa del CISS sollecitava però una riflessione sullo strumento giuridico più idoneo a perseguirla. Non era cioè possibile garantire che la missione sociale restasse inalterata nel tempo. Fu questa la ragione principale che indusse Antonio Cariglia pensare alla costituzione di una Fondazione, ente la cui natura giuridica comporta proprio la facoltà di rendere rigida e invariabile la finalità associativa. Fu dunque su personale iniziativa di Antonio Cariglia, allora già deputato, che si arrivò allo scioglimento della SIMCISS e della SICAP, e al simultaneo conferimento dei loro rispettivi e già cospicui patrimoni alla nuova istituzione, che prese il nome di Fondazione Filippo Turati.
Il Presidente e fondatore Antonio Cariglia fu accompagnato in questa nuova impresa associativa da quasi tutti gli esponenti del Comitato provinciale del CISS, che erano altresì gli amministratori delle due succitate società immobiliari. Il primo Consiglio di amministrazione, riunitosi nel gennaio del 1967, era composto, oltre che dal Presidente, dagli ulteriori seguenti sei membri elettivi: il professor Ernesto D’Apruzzo, insegnante di educazione fisica e successore di Antonio Cariglia alla presidenza dell’Istituto autonomo case Popolari di Pistoia, il Dottor Ugo Galligani, ex Direttore della Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia; il Dottor Walter Garavelli, che sarà eletto Senatore nel1969; il ragionier Vincenzo Lombardi, Direttore dell’Ufficio del Registro di San Marcello P.se e in seguito di Prato; il Dottor Vittorio Lombardi, noto commercialista, in seguito Vicepresidente della Cassa di risparmio di Pistoia e Pescia; il Dottor Giorgio Rafanelli, poi direttore dell’Istituto autonomo Case Popolari di Pistoia. Fra i protagonisti della vicenda della Fondazione Turati che per più tempo hanno collaborato con il Presidente Cariglia figura anche il Dottor Giancarlo Piperno, oncologo di livello internazionale, già Primario radiologo dell’ospedale di Pistoia; nel 1969 il Dottor Piperno subentrò nel Consiglio di amministrazione al senatore Garavelli e da allora svolge, nel suo ambito, il ruolo di esperto e consulente scientifico. Citiamo infine un altro protagonista della vita della Fondazione dai suoi inizi, tuttora impegnato come suo amministratore: il Signor Sileno Saccenti, ex funzionario delle Ferrovie dello Stato e Presidente dell’Ente Provinciale del Turismo.
L’anno successivo alla nascita, la Fondazione con decreto del Presidente della Repubblica Giuseppe Saragat, fu eretta in Ente Morale. Nel 1997 ottenne, dall’ONU, il riconoscimento di organizzazione non governativa associata, poi nel 1998 la qualifica di ONLUS.
Infine qualche dato per sintetizzare, negli anni, la crescita della Fondazione. Nel 1965 la superficie costruita ammontava a 4.131 metri quadrati, diventati poco meno di 18.000 nel 1987 e circa 31.500 nel 1995. Oggi, con l’ultima realizzazione, il Centro di Zagarolo, la Fondazione ha un patrimonio immobiliare di 42.000 metri quadrati.
(dal libro “Il sogno paziente, quaranta anni di storia della Fondazione Filippo Turati” di G.Bruni, M. Pagnini, S. Ulivelli, 2006)