Per la Fondazione Turati si apre un anno importante: pronte molte novità strutturali e organizzative, a partire dagli adeguamenti per la riforma del Terzo settore e da alcune scelte attuate nel 2017. In vista anche nuove sedi a Roma e a Firenze.
Nel 2010, quando venne a mancare il fondatore Antonio Cariglia, la Turati si trovò in non poche difficoltà. Non solo perché non c’era più l’uomo che l’aveva creata e che l’aveva fatta crescere ma soprattutto perché erano in forte crisi i Centri di Vieste e Zagarolo. Vieste, in funzione da anni, non riusciva a chiudere in pareggio i suoi bilanci e Zagarolo, benché terminato e autorizzato da tempo, non riusciva ad aprire per le grosse difficoltà economiche della sanità nella Regione Lazio. Nei sette anni trascorsi da allora, Zagarolo è entrato in funzione in tutti i suoi reparti e Vieste, dopo aver subito una lunga riorganizzazione, vede finalmente i suoi conti in pareggio.
Ora con il 2018 la Fondazione Turati è pronta ad un consistente salto di qualità grazie ad alcune scelte che sono state fatte nel corso del 2017 e per la riforma del Terzo Settore voluta dal Governo. Iniziamo da quest’ultimo aspetto. Con la legge approvata spariranno le Onlus e tutti gli Enti appartenenti a questa categoria dovranno scegliere una nuova forma giuridica fra quelle previste dalla legge. Questo vuol dire, anche per la Turati, adeguare il proprio Statuto alla nuova legge e di conseguenza adeguare e trasformare anche la governance. Il processo, e questo per una scelta del Comitato Direttivo della Fondazione, dovrà implementarsi con l’applicazione delle disposizioni della legge 231/2001 che introduce la nozione di responsabilità amministrativa per reati commessi nell’interesse dell’ente da persone che rivestono funzioni di rappresentanza, amministrazione e direzione. Applicare la 231 non deriva da un obbligo di legge ma è una scelta autonoma dei singoli Enti. Con quella normativa si privilegia la trasparenza delle scelte e comportamenti verso utenti e dipendenti.
La Fondazione ha scelto di coordinare i due momenti per avere il massimo dell’efficacia e dell’efficienza.
Nell’anno appena iniziato vedremo allora una nuova Fondazione, più trasparente, più snella ed efficiente, in una parola più adeguata alla realtà di oggi.
Ma le novità non si fermano agli aspetti strutturali ed organizzativi. Il 2018 vedrà anche consistenti investimenti nel miglioramento dei servizi e delle strutture esistenti, nel potenziamento delle attrezzature tecniche, nello svolgimento di attività scientifiche e nella crescita della Fondazione che punta a gestire nuove strutture in realtà importanti del Paese, come Roma e Firenze. Ma di tutto questo daremo conto nel corso dell’anno, non appena si concretizzerà il lavoro che è in corso.