Le associazioni di gestori delle strutture sociosanitarie accreditate: “Gli accordi annunciati in questi giorni non riguardano i servizi in convenzione ma solo quelli in appalto, per coprire i rinnovi contrattuali saremo costretti ad aumentare le quote a carico dei cittadini. Altrimenti, il rischio è la chiusura”
Firenze, 26 novembre 2024 – I gestori delle Rsa toscane guardano con preoccupazione alle notizie dei giorni scorsi circa un accordo attorno a nuovi investimenti per il settore sociosanitario che non li vede coinvolti. L’iniziativa, di supporto all’integrazione salariale dei contratti di lavoro per i servizi gestiti in appalto, esclude di fatto una gran parte dei lavoratori del comparto, ossia quelli delle strutture che operano in convenzione, concessione o co-progettazione. Resta invece l’attesa per le risposte per salvare il sistema welfare sollecitate a partire dal confronto avviato con la Regione dal 7 maggio scorso: «Alle prese con i rinnovi contrattuali dei dipendenti e dunque con la necessità di adeguare le tariffe per garantirne la copertura, non vediamo altra soluzione se non quella di aumentare la quota sociale, che è a carico dei cittadini, al fine di garantire i costi effettivi degli elevati standard di personale e prestazioni di parte sanitaria stabiliti dalla stessa Regione Toscana – spiegano le associazioni dei gestori – dato che le istituzioni continuano a tacere sulla quota sanitaria. Nel frattempo, è annunciato un accordo a favore del welfare toscano ma che in realtà riguarda solo una parte del mondo cooperativo (quello coi servizi in appalto) e sigle sindacali: nulla è previsto, invece, per i servizi accreditati erogati in convenzione».
Rimane fortemente a rischio l’accessibilità a prestazioni sempre più indispensabili per gli anziani e per le loro famiglie, ma anche la loro stessa esistenza, insieme a quella di migliaia di posti di lavoro. Nel settembre 2023, un accordo firmato dalle associazioni dei gestori e dal presidente della Toscana prevedeva stanziamenti (per costi da inflazione, utenze, maggiore complessità assistenziale) pur nella consapevolezza che di per sé sarebbero stati insufficienti, se non fossero stati accompagnati da ulteriori risorse. Come possono quindi bastare oggi, di fronte ai rinnovi contrattuali non più rinviabili? Rimane inoltre irrisolta la questione del riconoscimento delle spese già sostenute nel 2024: la Regione intende riconoscere questi costi pregressi che stanno minacciando la sopravvivenza dei servizi stessi?
D’altro canto, l’attuale Giunta si impegnerebbe per ulteriori investimenti nel 2026/2027 e, dunque, oltre il proprio mandato.
La richiesta dei gestori è di intervenire con atti concreti, magari con un riconoscimento dei costi effettivi e un adeguamento della quota sanitaria da parte della Regione Toscana tale da consentire la sopravvivenza del sistema delle residenze sanitarie assistenziali, insieme all’applicazione di doverosi aumenti contrattuali al nostro personale.
Le associazioni:
ANASTE TOSCANA – ARAT – ARET – ARSA – AGESPI TOSCANA – UNEBA TOSCANA
(Comunicato stampa)