La prima riunione del 2020 del Comitato scientifico della Fondazione Turati si è tenuta alla Casa di Gello, struttura di Agrabah dedicata all’età adulta. Al centro dell’incontro, alcuni importanti progetti che il comitato, la Turati, Agrabah Onlus e la Fondazione Raggio Verde realizzeranno insieme nei mesi a venire.
È stata contrassegnata da importanti novità la prima riunione dell’anno del Comitato scientifico della Fondazione Turati. L’incontro si è svolto infatti presso la Casa di Gello, il centro Agrabah per l’età adulta, alla presenza del consiglio d’amministrazione dell’associazione Agrabah Onlus e della futura Fondazione Raggio Verde, proprio per la volontà di discutere e annunciare alcune significative iniziative in programma nei prossimi mesi. All’incontro, data la sua importanza, ha preso parte anche Luca Iozzelli, presidente della Fondazione Caript, proprietaria dell’immobile di Gello, oltre che Alessandro Scarafuggi, dirigente sanitario, e Michele Boschetto, neuropsichiatra, con i quali il nuovo ente sta definendo gli impegni futuri. Con loro, hanno preso la parola inoltre il professor Vincenzo Maria Saraceni (presidente del Comitato scientifico della Turati), Giancarlo Magni (presidente di Raggio Verde) e Filippo Buccarelli, docente a contratto all’università di Firenze.
La Fondazione Raggio Verde, lo ricordiamo, è dedicata ai disturbi dello spettro autistico ed è nata nell’autunno scorso dalla collaborazione tra la Fondazione Turati e l’associazione Agrabah. La riunione del Comitato scientifico della Turati ha in particolare toccato i principali progetti in vista per il 2020. Il primo riguarda la ricerca scientifica: il Comitato scientifico, grazie alla collaborazione tra l’università di Firenze e la Fondazione Santa Lucia di Roma, destinerà tramite apposito bando un assegno di ricerca a uno studio sui disturbi dello spettro autistico. Il vincitore svolgerà la propria ricerca nelle strutture di Agrabah/Raggio Verde.
Il cda di Agrabah, la nuova Fondazione e il Comitato scientifico della Turati sono inoltre a lavoro per la definizione di un piano assistenziale per le persone affette da autismo che sia capace di rivolgersi a tutto l’arco della vita di un individuo e non soltanto a uno specifica fase. L’idea è parlare non solo di terapie, bensì di qualità di vita, prendendo dunque in esame aspetti che vanno dall’ambito abitativo e architettonico a quelli cognitivi, riabilitativi, di sostenibilità. A tale importante impegno, che punta alla promozione della salute e dell’autonomia delle persone assistite, si aggiunge inoltre un progetto di formazione ad hoc per il personale.