Il volume «Alle origini della sanità pubblica, i riformisti e la medicina sociale», curato da Gian Luigi Corradi con un’introduzione di Zeffiro Ciuffoletti, inaugura una nuova iniziativa editoriale della Turati. Si tratta della collana “La Fede operosa – Piccola Biblioteca del riformismo socialista”, pubblicata presso Lucia Pugliese Editore – il Pozzo di Micene.
Nuova iniziativa editoriale della Fondazione “F. Turati”. È uscito il primo volume della collana storica “La Fede operosa – Piccola Biblioteca del riformismo socialista” dal titolo «Alle origini della sanità pubblica, i riformisti e la medicina sociale» a cura di Gian Luigi Corradi con introduzione del Prof. Zeffiro Ciuffoletti, edito da Lucia Pugliese Editore – il Pozzo di Micene.
Nel giro di qualche anno, saranno pubblicati, in una serie di snelli volumi antologici corredati da introduzioni di qualificati studiosi, testi dedicati sia ai grandi temi sociali per i quali il socialismo riformista si impegnò sia ai protagonisti di quella straordinaria esperienza.
Può sembrare strano ed in parte anacronistico che la Turati, una Onlus che opera in campo sociale e sanitario per la cura e l’assistenza ai malati post-acuti e lungodegenti, si dedichi alla ricerca e all’analisi storica. Strano perché la materia non ha attinenza con l’attività della Fondazione, anacronistico perché, nel panorama politico italiano, sono scomparse tutte le forze politiche che si richiamavano a quei principi.
In realtà non è così, soprattutto per due ragioni. La prima è che la Fondazione è filiazione diretta di quella “fede operosa che – come scriveva Turati ad inizio del Novecento – , redimendo il lavoro, spezzerà tutte le catene.” La sua azione, in 50 anni e passa di attività, è sempre stata improntata a dare un aiuto, attraverso i suoi servizi e le sue attività, a quanti per le cause più varie, fisiche, psicologiche economiche o anagrafiche, si trovano in una situazione di difficoltà. Ed è proprio grazie a questa impostazione, pragmatica e riformista, che oggi, mentre i dogmi e le utopie di quanti lottavano per una palingenetica trasformazione della società hanno lasciato sul campo solo cenere, la Turati è diventata, a livello nazionale, una delle più belle realtà del privato sociale laico. La seconda ragione è che le idee e i valori non muoiono. Cambiano i tempi, muta il contesto sociale ed economico, nascono nuovi bisogni ma l’aspirazione ad una vita migliore, più giusta e più in sintonia con il nostro essere uomini resta immutata.
Sono quest’anelito e questa spinta ideale che, guardando al passato, puntiamo a trasmettere alle nuove generazioni.