Sarebbero tra i mille e i 1.500 gli operatori sanitari toscani non ancora vaccinati e tra loro c’è anche chi non lo farà nemmeno dopo l’ultimo decreto del governo. Lo ha detto ieri al Corriere fiorentino Maurizio De Scalzi, coordinatore del comitato di coordinamento dei gestori delle Rsa toscane nonché dg della Turati. Dalle Rsa toscane, intanto un contributo per definire nuove regole sull’assistenza: dopo un incontro con monsignor Paglia, in vista anche un convegno a Firenze.
In Toscana si stima che il 10-15 per cento dei circa 10mila operatori sanitari nelle Rsa non sia ancora vaccinato. Si tratterebbe dunque di 1.000-1.500 persone non immunizzate sebbene a contatto con soggetti fragili. Lo ha detto ieri al quotidiano Corriere fiorentino Maurizio De Scalzi, coordinatore del comitato di coordinamento dei gestori delle Rsa toscane nonché direttore generale della Fondazione Turati, il quale nell’articolo esprime soddisfazione per la scelta da parte del governo di imporre il vaccino ai sanitari («È una legge che doveva essere fatta molto prima, ma è un bene che finalmente ci sia», dice), sottolineando al contempo che : «Il problema sono quelli (gli operatori, ndr) per cui i vaccini diventano una questione religiosa: con loro non si può neppure discutere. E c’è anche qualcuno che dice che non si vaccinerà neppure ora che è stato introdotto l’obbligo». Leggi l’articolo sul sito del Corriere fiorentino. L’articolo è disponibile anche su Pressreader.com.
Il ruolo determinante delle Rsa toscane in questa fase pandemica, dopo un anno di impegno per fronteggiare l’emergenza, è stato inoltre il tema di un incontro svoltosi a Roma tra monsignor Vincenzo Paglia, a capo della Commissione per la riforma dell’assistenza sanitaria e sociosanitaria della popolazione anziana per diretta nomina del ministro della Salute Roberto Speranza, e una delegazione del comitato, che in tale Commissione riveste un incarico sul tema. Oltre a monsignor Paglia e al coordinatore del comitato De Scalzi, la visita, svoltasi lo scorso venerdì 9 aprile, ha visto partecipare Franca Conte, presidente Arat, Massimo Mattei, vicepresidente Arat, Andrea Blandi, presidente Uneba Toscana, e l’avvocato delle associazioni Mario Taddeucci Sassolini.
«Per quanto mi riguarda e per quello che compete il mio ruolo, ho voluto sottolineare il fatto che le Rsa, nel tempo, hanno visto modificarsi profondamente la tipologia dei propri ospiti – ha affermato De Scalzi – che oggi sono anziani non autosufficienti spesso con pluripatologie che necessitano di elevati livelli assistenziali». «Ritengo che sia effettivamente necessario legiferare sul tema delle Rsa – ha dichiarato Franca Conte – ma occorre farlo definendo bene i ruoli delle Regioni e soprattutto delle Asl che hanno troppa discrezionalità sull’applicazione delle leggi regionali. Abbiamo fissato con monsignor Paglia un prossimo convegno che si terrà a Firenze presumibilmente i primi di giugno. Sarebbe nostra intenzione contribuire a stilare le nuove regole, forti di una decennale esperienza sul campo».