La doll therapy è il tema del terzo appuntamento del corso di formazione biennale sulle terapie non farmacologiche nelle demenze che la Fondazione Turati di Gavinana dedica ai suoi dipendenti. Responsabile scientifico dell’intero percorso è la dottoressa Giuseppina Carrubba.
Presso la Fondazione Turati di Gavinana, sulla Montagna pistoiese, prosegue il percorso di formazione biennale sulle terapie non farmacologiche nelle demenze rivolto ai dipendenti della struttura impegnati quotidianamente nella cura e nell’assistenza. La terza sessione è in programma per lunedì 16 e martedì 17 settembre 2019 ed è dedicata alla doll therapy. Docente e responsabile scientifico del corso è la dottoressa Giuseppina Carrubba, psicologa e psicoterapeuta.
La terapia della bambola è un trattamento in grado di aiutare a migliorare il benessere delle persone con problematiche proprie dell’età avanzata, quali le demenze senili, l’Alzheimer e alcune patologie psichiatriche gravi, caratterizzate da disturbi del comportamento. Rispetto ad altri giocattoli, infatti, le bambole hanno caratteristiche particolari, specie nel peso, nelle dimensioni, nei tratti somatici e persino nella posizione di braccia e gambe. Nel rapporto con la bambola, la persona può perciò rivivere le proprie esperienze infantili, recuperare le relazioni vissute nel ruolo genitore e quindi far riaffiorare i conflitti, oggettivare la propria aggressività e trovare un oggetto contenitore per le angosce attuali. Rivivendo tali esperienze, la persona affetta da demenza viene incoraggiata a comunicare con gli altri, a stimolare la memoria, ad allentare lo stress e a gestire i disturbi comportamentali.
La doll therapy può essere adottata sia a livello preventivo sia in fase di cura. Ne derivano alcuni benefici dell’intervento quali:
- il controllo dell’ansia, dell’agitazione e delle loro manifestazioni sintomatiche come aggressività, insonnia, apatia o wandering;
- la conseguente possibilità di ridurre sensibilmente il ricorso ai sedativi;
- la riduzione di condizioni di apatia e depressione caratterizzata da disinteresse e inattività totale;
- la capacità di rispondere ai bisogni emotivi-affettivi che, malgrado il deterioramento cognitivo, rimangono presenti ma non sono più soddisfatti come in età precedenti;
- la possibilità di ostacolare il deterioramento di alcune abilità cognitive e di sostenere l’utilizzo di prassi motorie che fungono da stimolo delle abilità residue.
Il percorso formativo personale previsto dal corso prevede l’illustrazione della terapia e dei suoi presupposti teorici, nonché delle schede di somministrazione, più la visione di video, un’esercitazione e il role playing. L’obiettivo è permettere al corsista l’acquisizione di nuove strategie da utilizzare con gli ospiti con disturbi del comportamento.