Gli animali domestici fanno bene al cuore. Questo il dato che emerge dalla ricerca condotta da un gruppo di studiosi giapponesi sui dati cardiaci di 191 persone di età compresa tra i 60 e gli 80 anni sofferenti di diabete, ipertensione o iperdlipidemia. Lo studio ha rilevato come il cuore di chi ha in casa un animale domestico – cane, gatto, uccellino, psciolino o tartaruga – ha una più alta varabilità della frequenza cardiaca, ovvero un cuore in grado di affrontare meglio eventuali cambiamenti di ritmo, rispondendo in maniera più pronta alle mutevoli esigenze del corpo come, ad esempio, battendo in maniera più veloce durante le situazioni di stress.
Viceversa, la riduzione della variabilità delle frequenza cardiaca è associata ad un rischio di morte per malattie caridache maggiore. Tra i pazienti con malattia coronarica i proprietari di animali domestici, secondo gli autuori dello studio, mostrano un tasso di sopravvivenza maggiore di un anno rispetto a chi non possiede animali da compagnia.
I Italia gli animali domestici sono ospitati nel 41% delle famiglie. Il 48% di essi possiede cani, il 33% ha un gatto, 4,8% e 4,7% rispettivamente per pesci e tartarughe mentre gli uccelli sono presenti solamente nel 4,1% delle famiglie.
Lo studio necessita di ulteriori approfondimenti. L’ipotesi è che tale dato sia dovuto alle emozioni che gli animali provocano nei padroni mantenendone allenato il cuore.