Il gruppo Tosinvest, che fa capo alla famiglia Angelucci, ha annunciato la chiusura di 13 cliniche nel Lazio e punta l’indice contro la Regione e il presidente Polverini per i tagli ai posti letto e per i mancati pagamenti dei crediti vantati dal gruppo.
Secca e puntuale è arrivata la replica delle Regione in particolare sui crediti. Tutti pagati “i crediti certi liquidi ed esigibili”. Ieri l’annuncio del gruppo: Il “San Raffaele ha avviato le procedure di cessazione delle attività sanitarie del Gruppo operanti nella Regione Lazio”, fa sapere in una nota il Gruppo Tosinvest che collega la decisione ai provvedimenti adottati dalla Regione. “Nostro malgrado, entro le prossime 48 ore, saremo obbligati alla chiusura di 13 strutture sanitarie, con la conseguente dimissione di 2.098 pazienti e la cessazione di 2.074 rapporti di lavoro in essere”. Una chiusura che Tosinvest spiega essere effetto “di provvedimenti regionali, del taglio di 400 posti letto, dell’abbattimento, da una parte, del 25% delle tariffe, ma del richiesto incremento di 300 unità lavorative, dall’altra, tenendo conto che da oltre 24 mesi la Giunta non ci paga e considerando che il Gruppo vanta nei confronti della Regione Lazio crediti per 250 milioni euro”.
Regione: molti crediti vantati sono fatture bloccate da indagini
La replica della regione non si è fatta attendere. “La Regione, attraverso le Asl competenti – dice una nota della Regione – ha provveduto a liquidare alle strutture del gruppo San Raffaele tutti i crediti certi liquidi ed esigibili ed è assolutamente falso che da 24 mesi il gruppo non riceve acconti. Il Gruppo San Raffaele omette di dire che molti crediti recenti attualmente vantati dal gruppo si basano su fatture oggetto di sequestro da parte delle Autorità competenti e di conseguenza per i relativi mandati di pagamento, di cui si lamenta la mancata liquidazione, esiste un preciso provvedimento di divieto da parte della magistratura. Ciò non può essere né taciuto né ignorato come ben sa il Gruppo San Raffaele”.
“Il taglio dei posti letto per acuti ha interessato tutte le strutture pubbliche e private ed è stato attuato all`interno del processo di riorganizzazione della rete ospedaliera come dettato dal piano di rientro a cui è sottoposta la Regione Lazio.
Questa Giunta – conclude – è impegnata da due anni e mezzo a ristabilire con senso di responsabilità una gestione corretta della sanità laziale ispirata alla trasparenza e continuerà a farlo senza cedere a intimidazioni e toni ricattatori. Anche in questi giorni, al di là delle polemiche, gli uffici stanno lavorando a provvedimenti nell’interesse di pazienti e lavoratori”.