La Regione Toscana escluda i servizi sanitari – e la quota sanitaria per i servizi socio sanitari – dalla compartecipazione alla spesa da parte dei cittadini. E’ in gioco il diritto alla salute. Questo l’obbiettivo della campagna regionale “NO ISEE” e della petizione popolare lanciata e presentata oggi in una conferenza stampa da diverse associazioni promotrici, che si occupano di non autosufficienza, handicap, salute mentale, difesa del diritto alla salute.
La vicenda prende avvio dal fatto che con l’ultima finanziaria regionale per il 2012 la nostra Regione ha previsto la compartecipazione dei cittadini anche alla spesa sanitaria, tramite calcolo ISEE, per i servizi e le prestazioni sanitarie e sociosanitarie. Scelta che le associazioni promotrici della petizione, ritengono in contrasto con il dettato costituzionale e che colpisce, nei fatti, “l’universalità del servizio sanitario che rappresenta uno dei pilastri della convivenza civile e della coesione sociale del nostro Paese e della nostra Regione.”
Nel concreto, si legge nella petizione “tali misure andrebbero a colpire le fasce di popolazione (anziani non autosufficienti, disabili, ecc.) più deboli e le loro famiglie già fortemente gravate dal contributo per la quota sociale”, col rischio concreto che per molti si arrivi “a farli rinunciare alle prestazioni per insostenibilità economica e a ricondurre la non autosufficienza e disabilità nella sfera del privato, nel chiuso delle mura domestiche e delle cure a carico delle donne.”
Da qui la richiesta al Presidente della Regione Rossi di “continuare a salvaguardare il diritto all’assistenza sanitaria gratuito e universale nella nostra Regione escludendo la compartecipazione ISEE dai servizi e le prestazioni sanitarie e sociosanitarie, che rientrano nei LEA (Livelli Essenziali di Assistenza)”.
Per Monica Sgherri – capogruppo di “Federazione della Sinistra – Verdi” che sostiene la campagna – “La compartecipazione, tramite Isee, anche sulla parte sanitaria andrebbe ad aggiungersi alle spese già sostenute per la parte sociale, che già oggi sta provocando impoverimento e sofferenze delle famiglie degli assistiti. La somma delle due spese rischierebbe quindi di produrre effetti devastanti, quali lasciar l’anziano solo in casa, abbandonato a sé stesso: una regressione di civiltà che non possiamo permetterci. E’ necessario avere proiezioni sull’applicazione della compartecipazione alla spesa sanitaria sulle fasce di reddito, permettendo così di definire la fasce di esenzione: emergerebbero proiezioni di introito risibile per la Regione; quindi, se non fosse in gioco il diritto alla salute, oltre ché all’assistenza, verrebbe da dire che oltretutto il gioco non vale la candela”.
Fra le associazioni promotrici la Campagna anche Adina (Associazione per la difesa dei diritti delle persone non autosufficienti) che interviene tramite la sua presidente Anna Nocentini: “con la campagna e la petizione vogliamo sensibilizzare i cittadini toscani su un problema che avrebbe conseguenze inimmaginabili. Se la compartecipazione dei cittadini alla spesa dovesse essere estesa anche alle prestazioni sanitarie si violerebbe il principio dettato dalla Costituzione sul diritto alla sanità gratuita per tutti. Confidiamo di poter interloquire con la Giunta Regionale per cambiare questa situazione”.
Michele Cirrincione, Presidente della Consulta Invalidi del Comune di Firenze afferma che “Inviteremo tutti i cittadini, anche in sana e robusta costituzione, a sottoscrivere la petizione: sbaglierebbe chi pensasse ad una difesa corporativa di privilegi. Vogliamo difendere il diritto alla salute riconosciuto dalla nostra Carta Costituzionale e in particolare garantito alle persone con disabilità dalla Convenzione ONU del 2006, ratificata dal nostro Parlamento il 24 febbraio 2009.”
Giovanna Borri, della Consulta della Salute Mentale del Comune di Firenze, ricorda che “La Consulta da dieci anni tutela i malati psichici in carico ai Servizi Sanitari di Salute Mentale, e nei LEA ha trovato un valido strumento di supporto per la definizione dei percorsi di salute mentale soprattutto per quei malati che usufruiscono di pensione di invalidità, non sono in grado di lavorare e sono ospiti dei servizi residenziali e semi residenziali di competenza sanitaria. Si tratta di persone che dipendono ancora dalla famiglia di origine, spesso anziana e bisognosa di assistenza, non hanno coniuge o figli in grado di supplire alle loro necessità e si affidano quindi interamente ad una pensione di invalidità di 270 euro. Riteniamo che sia ingiusto e neppure produttivo applicare il calcolo ISEE a questi cittadini, togliendo anche un solo euro ai loro già scarsi mezzi di sussistenza.
Il Coordinamento etico nazionale Caregiver, attraverso Gianfranco Mannini, ha dichiarato:“Si tratta di combattere non una legge ingiusta ma, a nostro avviso, una legge illegittima e anticostituzionale, che va a danno dei soggetti più fragili della nostra comunità (i disabili e gli anziani non autosufficienti e le loro famiglie)”.
Per Rolando Terreni, membro dell’Associazione Disabili Psicofisici di Empoli:” Troppo diffusamente si ipotizza di considerare gli invalidi come se fossero ricchi e in grado di sostenere ticket tassando l’assistenza. Troppo spesso si diffonde il convincimento che bisogna prelevare sul reddito percepito dal disabile e costringerlo alla compartecipazione in cambio della assistenza offerta; oltre a non essere in grado di svolgere gli atti quotidiani della vita, bisognerà dimostrare pure di essere indigenti e che la propria famiglia sia alla miseria. Scenari tutt’altro che rassicuranti per quella che è un’emergenza nazionale a cui il movimento delle persone con disabilità tenterà in tutti i modi di opporsi, ben sapendo che è in gioco il futuro, l’inclusione o la reclusione, la miseria o la dignitosa sopravvivenza.
Infine, Danielle Vangieri, responsabile regionale Sanità di Rifondazione Comunista afferma che “Il PRC Toscano aderisce e sosterrà con impegno la campagna NO ISEE, per l’esclusione dalla compartecipazione ISEE delle prestazioni e dei servizi sanitari e dalla quota sociale dei sociosanitari, promossa dalle varie associazioni presenti oggi, convinti da sempre della necessità di difendere, sia sul piano nazionale che locale, il carattere universale dell’accesso al sistema sanitario. Evidenziando anche i gravi rischi che comporterebbe spaccare il carattere universale del nostro sistema sanitario. Rischi, come a più riprese sottolineato dal nostro partito, che vedrebbero da una parte l’apertura a forme di sanità integrativa e assicurativa e dall’altra finirebbero con il disegnare una sanità pubblica residuale, per i poveri.