Su Senzetà, il giornale online della Fondazione Turati, il racconto di queste settimane di lockdown nelle parole dello staff della Rsa “I fiori” e di quello della Rsa “Gli alberi” del Centro socio-sanitario di Gavinana.
Dal Centro socio-sanitario della Fondazione Turati di Gavinana, sulla Montagna pistoiese, il racconto di queste settimane di lockdown nelle parole dello staff della Rsa “I fiori” e di quello della Rsa “Gli alberi“. L’emergenza ha costituito una prova complessa per tutto il personale, che però affronta il proprio lavoro con la stessa passione e motivazione di sempre: dal menù speciale ideato per il periodo pasquale ai laboratori creativi improvvisati sulla base dell’esigenze del momento, e dai progetti che proseguono a distanza alla novità dell’uso della tecnologia da parte degli ospiti anziani, ecco una descrizione delle attività, degli interventi attuati e della quotidianità vissuta all’interno delle due strutture.
Quali sono per voi gli scogli principali da superare in questa fase d’emergenza?
«Il nostro lavoro si scontra in questo momento di particolare tensione con le paure di ognuno di noi, che cerchiamo però di elaborare, anche con il supporto della psicologa di struttura e con i nostri strumenti personali, al fine di garantire ai nostri residenti la stessa rassicurazione e positività di sempre. Anche la passione che mettiamo ogni giorno nel nostro lavoro resta invariata. In questa circostanza è importante prendersi cura di noi stessi, per poi essere in grado di prenderci cura degli altri.
A livello più pratico, invece, è cambiato il modo di lavorare in gruppo: ora è molto importante far mantenere la distanza sociale tra i nostri residenti e disinfettare spesso le mani col disinfettante apposito. Dunque, non vengono creati più grandi gruppi formali, bensì piccoli gruppi di persone distanziate tra di loro, perché prima la sicurezza viene prima di tutto. Anche al di fuori dei momenti di attività, nelle sale da pranzo e soggiorno manteniamo la distanza necessaria».
C’è più collaborazione nello staff, dato il momento?
«La collaborazione è necessaria sempre per lavorare bene e adesso ancora di più. Nei momenti in cui gli animatori e gli educatori sono impegnati in attività singole o in videochiamate, capita spesso che lo staff operativo svolga attività ludico–ricreative per far compagnia e intrattenere i nostri anziani: ad esempio con il gioco della ragnatela dei pensieri belli, i film, la musica, le chiacchierate. Allo stesso tempo, animatori ed educatori supportano lo staff operativo nei momenti in cui è importante farlo. Ma, a prescindere dal momento, diciamo che la collaborazione c’è sempre stata, anche se si può sempre migliorare!»
Durante l’anno siete costantemente impegnati in attività che stimolano la creatività e la socializzazione negli ospiti, spesso con il contributo di numerose associazioni e realtà del territorio. Come vi siete riorganizzati in questo periodo nel quale non potete avvalervi di supporti esterni? Lavorate su tematiche particolari?
«Pur avvalendoci di professionisti esterni, il team animativo ed educativo ha sempre portato avanti una propria progettualità interna, costellata da laboratori di lettura e scrittura, laboratori creativi e poi ancora da terapia occupazionale, ludoterapia, dal laboratorio CuciniAmo e così via. In questo particolare momento, le nostre attività continuano e soprattutto ne partono di nuove, nate magari per caso e dai bisogni individuali degli ospiti, che arrivano all’improvviso! Ieri ad esempio ha avuto luogo un laboratorio di cucito improvvisato con un residente che doveva tappare urgentemente un buchino nei pantaloni. Lo stesso ospite si è reso utile nel cambio dell’ora legale agli orologi, sentendo poi di aver dato una mano in un momento in cui tutti siamo molto indaffarati».
E per la Pasqua?
«Ci siamo preparati ad accogliere le festività pasquali con dei laboratori creativi a tema e un menù festivo (da Pasqua al primo maggio) interamente scelto da noi, il quale tiene conto di vari interventi della nostra logopedista, volti a far vivere una bella esperienza di sapore anche alle persone disfagiche. Anche la nostra dietista ci segue, anche se lontana, per essere sempre presente con i suoi consigli quando facciamo uno strappo alle regole. I pranzi di Pasqua e Pasquetta sono stati molto apprezzati dai nostri residenti, che si sono sentiti coccolati e considerati nei loro bisogni».
Dalla condizione di distanza fisica sono nate attività specifiche?
«Innanzitutto continua, a distanza, il progetto intergenerazionale “Un ponte sospeso tra ieri, oggi e domani”: i bambini del Summer Camp di Cutigliano ci hanno inviato dei bellissimi disegni per farci sentire il loro sostegno colorato in questo momento particolare.
Cruciale in questo momento il ruolo dei “Circoli” (gruppi di socializzazione, nda) dei residenti, gestiti dalla psicologa di struttura, Barbara Atzori, in collaborazione con il team animativo ed educativo. Rappresentano un valido momento, data anche la lontananza fisica dai parenti, per condividere le criticità affettive e relazionali amplificate dalla distanza, nonché per sentirsi compresi, accolti e in comunione tra di noi grazie alla condivisione.
Le parole curano sempre, ma in un momento così, in cui è vietato un abbraccio, le parole giuste possono davvero dare un conforto inestimabile».
A proposito della lontananza dai familiari, come aiutate gli ospiti a sentire lo stesso i propri affetti vicini?
«In questo momento, oltre alle attività già citate, lo staff animativo ed educativo si impegna ampiamente nella facilitazione delle relazioni tra i residenti e i loro parenti e amici. Tentiamo di colmare la distanza fisica tra le persone con le videochiamate. Queste sono inserite in un progetto chiamato “Connessioni”, a sua volta parte di un programma (“Nessuno escluso”) comprendente un laboratorio di computer già previsto nel calendario dell’anno in corso. Il progetto è pensato anche per chi è lontano dalla tecnologia e non possiede uno smartphone: è infatti possibile inviare ai propri parenti delle lettere via posta, che saranno poi lette, nel caso in cui la persona non sia più in grado di farlo, da noi operatori. Una bella lettera dai familiari è arrivata nei giorni scorsi a una delle nostre maestre più anziane che, dato anche il mestiere da lei svolto per lungo tempo, preferisce ricevere uno scritto anziché una videochiamata».
Mai come oggi la tecnologia è preziosa e, dunque, utilizzata: per gli ospiti più anziani e i loro familiari deve trattarsi di un cambiamento significativo.
«Lo smartphone di residenza si rivela uno strumento di rassicurazione sia per i residenti che per i parenti e amici, che ad esempio hanno la possibilità di inviare foto e disegni di incoraggiamento da parte dei nipotini. Il materiale così ottenuto risulta poi utile per personalizzare ulteriormente le camere e gli spazi comuni.
È davvero stupefacente vedere come molti anziani si adattino e riescano ad entrare in contatto con questa nuova tecnologia, a loro finora sconosciuta.
Noi operatori ci sentiamo commossi e divertiti nel poter assistere a certe scene: come quelle di una una bisnonna che canta una canzoncina alla piccola nipotina, di una figlia che presenta il fidanzato al padre, di un nipote che mostra alla nonna la sua nuova casa e chiede se ha steso bene i panni. Molto toccante giorni fa l’episodio in cui la nonna centenaria, ormai afona, ha aperto la videochiamata alla nipote, che festeggiava il compleanno, tenendo in mano un cartello con su scritto “Tanti auguri!”
Lo strumento delle videochiamate ci permette, inoltre, di tenerci in contatto visivo con le volontarie “Non perdiamo il filo”, con le tante figure che allietano i pomeriggi dei nostri anziani e con la parrocchia di Gavinana. Che, attraverso Don Cipriano, ha inviato allo staff operativo una preghiera per sentirsi vicini, seppur lontani.
Essendo sospese in questo momento le funzioni religiose all’interno della struttura, ci impegniamo tutti per garantire alle persone religiose momenti di preghiera e di lettura e per far seguire loro la messa del Santo Padre.
Cerchiamo infine di non lasciare la televisione troppo a lungo sintonizzata su programmi in cui si parla morbosamente dell’attualità che stiamo vivendo, dando la precedenza ai film scelti dagli ospiti (tra questi, “Marcellino pane e vino” e “Venezia, la luna e tu”)».
Come vi approcciate al futuro?
«Vi salutiamo fiduciosi credendo nelle parole di Dostoevskij:
“Un giorno tu ti sveglierai e vedrai una bella giornata. Ci sarà il sole, e tutto sarà nuovo, cambiato, limpido. Quello che prima ti sembrava impossibile, diventerà semplice, normale. Non ci credi? Io sono sicuro. E presto. Anche domani“».
Ecco alcune foto di questi giorni:
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