Le valutazioni del 17° edizione del Rapporto PIT Salute “(Sanità) in cerca di cura”, presentato dal Tribunale per i diritti del malato-Cittadinanzattiva, : sempre più italiani dicono addio alle cure mediche, se non proprio costretti.
Il tribunale per i diritti del malato Cittadinanzattiva ha presentato il Rapporto «PIT Salute» per il 2013, nel quale sono fotografate le valutazioni dei cittadini che nel corso del 2013 si sono rivolti a Cittadinanzattiva al fine di ricevere informazione e tutela, per un totale di oltre 24.000 segnalazioni: un campione abbastanza limitato ma che consente di leggere le apprensioni dei cittadini, spesso disarmati di fronte alle strutture sanitarie ed alla loro freddezza.
Quasi un quarto delle segnalazioni riguarda l’accesso alle prestazioni (23,7% contro il 18,4% del 2012) seguito dall’assistenza territoriale con il 15,6% delle segnalazioni, sostanzialmente stabili. In calo al 15,5% dal 17,7% del 2012 le segnalazioni per presunta malpractice mentre sono cresciute al 13,1% dal 9,9% le segnalazioni per assistenza ospedaliera o mobilità sanitaria.
Chiude la graduatoria delle prime cinque il tema dell’invalidità ed handicap, segnalato dal 12,9% delle persone contro il 14,1% del 2012.
All’interno delle criticità segnalate per l’accesso alle prestazioni hanno un maggior rilievo le liste d’attesa che contano per il 58% dei casi (al primo posto, ma in netto calo sul 2012, -16%) seguite nel 31% dei casi dal peso dei ticket, dall’insostenibile pesantezza del ticket, con un balzo eccezionale dal 10% del 2012. La terza componente, il costo delle visite intramoenia è segnalato nel 10,1% dei casi in calo dal 15,4% del 2012
I tempi per visite ed interventi sono biblici, come l’esperienza di ogni cittadino conferma: si va dai due anni per un intervento all’ernia del disco e altrettanti per le vene varicose, 20 mesi per una visita psichiatrica, 14 per una mammografia. L’attesa è di un anno per una Tac e di undici mesi per una colonscopia e di “appena” 10 mesi per un ecodoppler. E ancora: 9 mesi per una risonanza magnetica o un ecocardiogramma, 8 mesi per un’ecografia, 9 mesi per una visita oculistica, 7 per una visita cardiologica e 6 per un controllo oncologico… solo per dire di alcune fattispecie
La seconda grande area di insoddisfazione è l’assistenza territoriale), per il servizio ricevuto da medici di base e pediatri di libera scelta, soprattutto perché i cittadini si vedono negata una visita a domicilio o il rilascio di una prescrizione.
Altre criticità sono segnalate per la riabilitazione (20,3%, in aumento del +6,7%), in particolare per i disagi legati alla mancanza o scarsa qualità dei servizio in ospedale o alla difficoltà nell’attivazione di quello a domicilio, e l’assistenza residenziale (17,3%, invariato rispetto al 2012). Aumentano i disagi per l’assistenza ospedaliera, dal 9,9% del 2012 al 13,1% del 2013, soprattutto per le lunghe attese nei Pronto soccorso.
L’indagine offre infine utili dati – oltre quelli forniti dalla statistica ufficiale – sui costi medi sostenuti in un anno da una famiglia: 650 euro per farmaci necessari e non rimborsati dal Servizio sanitario; 901 euro per parafarmaci (integratori alimentari, creme); 7.390 euro per strutture residenziali o semiresidenziali; 9.082 euro per l’eventuale badante; 1.070 euro per visite specialistiche e riabilitative; 537 euro per protesi e ausili; 737 euro per dispositivi medici monouso: pannoloni, cateteri, materiali per stomie.
Per il materiale della presentazione
http://www.cittadinanzattiva.it/primo-piano/salute/6622-presentato-il-xvii-rapporto-pit-salute.html