Gli anziani ed i malati, hanno spesso problemi di cattiva alimentazione, se non addirittura di malnutrizione, per quanto siano seguiti da familiari o sanitari. Un problema che si accentua in presenza di determinate patologie neurologiche ed acquista una particolare valenza nel quadro di un percorso neuro riabilitativo. Una insufficiente assunzione di cibo, in particolare nei pazienti anziani, puo’ avere conseguenze importanti. Controllare la situazione, monitorarla per intervenire e correggere il tiro nel periodo del ricovero riabilitativo e’ dunque sicuramente un elemento cruciale nella strategia di recupero del paziente. In questa ottica assume un particolare rilievo uno studio pubblicato sul numero di agosto 2012 del Journal of Human Nutrition and Dietetics, rivista scientifica ufficiale della British Dietetic Association, secondo il quale in una struttura ospedaliera si puo’ gestire il problema attraverso la valutazione comparata degli scarti alimentari del pazienti. Il lavoro, ”Validity of a questionnaire for the semi-quantitative evaluation of dietary intake of hospitalised patients compared to weighed records” , sviluppato sulla base di un’ipotesi di lavoro di Antonino Salvia, direttore sanitario della Fondazione Santa Lucia e di Umberto Scognamiglio, nutrizionista del Centro Studi Alimentazione a Riabilitazione (CeSAR) dello stesso Istituto, che hanno potuto contare sulla collaborazione attiva delle dietiste dell’Istituto e della Pellegrini SpA, azienda leader nella ristorazione collettiva e fornitrice dalla stessa Fondazione, ha messo a punto un questionario per determinare l’assunzione di cibo e/o liquidi consumati dai pazienti ai fini del monitoraggio dell’alimentazione. Infatti e’ necessario individuare precocemente l’eventuale ridotto apporto di alimenti attraverso uno strumento scientificamente valido in grado di valutare, senza doverli pesare – cio’ che rappresenterebbe ovviamente il gold standard per il calcolo dei consumi alimentari – gli scarti alimentari dei pazienti, determinando cosi’ l’assunzione di cibo da parte di ogni singolo malato. La ricerca, durata un anno, ha coinvolto 319 Pazienti ricoverati presso la Fondazione Santa Lucia; per un periodo continuativo di 5 giorni e’ stato compilato il questionario elaborato ad hoc ed e’ stata effettuata la pesata precisa degli scarti degli alimenti assunti a colazione, pranzo e cena dal paziente. Lo studio ha consentito di validare il questionario prodotto che si e’ dimostrato in grado di riprodurre con una buona accuratezza il dato del consumo, analogamente a quanto avveniva attraverso la pesata precisa degli scarti alimentari. (ASCA)