Una designazione quasi inaspettata quella fatta dal Governo per Pistoia. L’occasione è fondamentale per far decollare la città, superando vecchi provincialismi e anacronistici steccati.
La designazione di Pistoia a capitale italiana della cultura per il 2017 è stata accolta con grande favore in tutta la città. Non poteva essere altrimenti. E’ un’occasione importante da non sprecare. Pistoia vanta notevoli bellezze dal punto di vista architettonico, storico, paesaggistico ed è sede di importanti istituzioni e manifestazioni culturali ma è sempre stata schiacciata dalla vicinanza di Firenze e di Lucca non riuscendo mai a ritagliarsi, sul fronte turistico e mediatico, uno spazio ed una presenza all’altezza delle sue potenzialità e possibilità. Con questo riconoscimento, il 2017 può essere davvero l’anno della svolta. Fino ad oggi la città ha giocato bene le sue carte. Il Comitato promotore ha messo a punto un programma di interventi e iniziative di grande spessore che è stato determinante per la scelta fatta dal Governo. Ora si tratta di passare dalle parole ai fatti, facendo un passo avanti. Se vogliamo che il 2017 non rappresenti solo un episodio, per quanto importante, ma sia il primo passo per la definitiva consacrazione della città fra le mete turistiche di prima fascia bisogna “allargare” la partecipazione all’evento, dal punto di vista territoriale e da quello dei soggetti proponenti. L’hinterland pistoiese, la Valdinievole ma soprattutto la montagna, è un territorio altrettanto ricco e carico di storia. Deve essere coinvolto e diventare protagonista con iniziative autonome che si affianchino e si coordinino con quelle ufficiali proposte dal Comitato. Così per altri soggetti pubblici e privati che operano sul territorio. Chi vuole e ha da proporre qualcosa deve poterlo fare e se l’iniziativa è significativa e di spessore deve essere aiutata, non necessariamente dal punto di vista finanziario, dal Comitato promotore. A fare da filtro e a selezionare quanto spontaneamente può nascere dal territorio una sorta di Consulta che, con compiti esclusivamente di proposta, potrebbe affiancarsi al comitato che sarà chiamato a presiedere alle manifestazioni ufficiali per il 2017. Sarebbe questo un modo per arricchire le occasioni di incontro e soprattutto per rompere tanti steccati che in passato, per le ragioni più varie, sono stati costruiti in città. Essere Capitale italiana della cultura è anche questo: essere davvero aperti alle tante istanze, di tutti i generi e di tutte le tendenze, che sono presenti in città.
Giancarlo Magni