Il documento di cui questa premessa è parte integrante, è stato stilato dalle associazioni di categoria ANASTE, UNEBA, ARAT, ARSA, CNA e, in bozza è stato anticipato all’Amministrazione Regionale in occasione dell’incontro del 20 dicembre u.s.
Purtroppo, in questo breve lasso di tempo la situazione del comparto si è particolarmente aggravata, delineando uno scenario di vera e propria diffusa crisi che si manifesta in tutte le zone della Toscana con numerosi posti vuoti nelle RSA, e rischi immediati per l’occupazione e la sopravvivenza stessa nel breve periodo di numerose aziende (vedi il caso del Comune di Firenzuola o come, tra breve, San Marcello Pistoiese, con possibili effetti sociali devastanti per la centralità delle attività assistenziali nella realtà economica di quelle comunità).
Le cause di questa crisi sono state più volte denunciate dalle scriventi associazioni e ampiamente evidenziate di seguito in questo documento che si propone di contribuire, sia pure con spunti critici, ma costruttivamente, alla tenuta del sistema residenziale toscano per i non autosufficienti:
- La significativa riduzione delle quote sanitarie nel territorio toscano (sia per il modulo base che per le patologie per le quali la delibera 402/2004 prevede l’inserimento in moduli specialistici), con una diffusa diminuzione dell’occupazione dei posti letto occupati sta già determinando la riduzione degli addetti (blocco del turn-over e blocco delle assunzioni stagionali per sostituzione ferie e malati, stimabile in oltre 150 unità entro marzo 2012);
- I ritardi nei pagamenti da parte delle ASL e dei Comuni sono oramai di tale portata da strangolare le aziende sia in termini di liquidità finanziaria (con la messa a rischio nel breve periodo dei pagamenti degli stipendi), che in termini economici, per gli elevatissimi costi degli interessi praticati dalle banche sull’anticipo fatture;
- Il mancato pagamento dell’adeguamento ISTAT (pur previsto dalla D.G.R.T. 818/2209) da parte di molte aziende sanitarie nega gli accordi stipulati con la Regione nel 2009 e pregiudica la possibilità di rinnovo dei contratti di lavoro Anaste e Uneb, di cui rappresentava la forma di finanziamento;
- Le interpretazioni della normativa vigente sempre più rigide, (se non più spesso astruse e fuorvianti) sostenute da AA.SS.LL e Commissioni di Vigilanza e degli stessi uffici regionali, creano ulteriori difficoltà operative (vedasi, da ultimo, la tesi secondo la quale gli standard del personale dovrebbero essere obbligatoriamente calcolati sui posti letto autorizzati e non già, come ovvio, sui posti letto effettivamente occupati).
- La sostanziale negazione della norma sull’Accreditamento, attraverso comportamenti degli enti competenti (ASL, Comuni, SdS) che costringono utenti a scegliere determinate strutture (pubbliche) pena la non erogazione della quota sanitaria (fino a, recentemente, la chiusura coatta di aziende con il trasferimento forzato ed in blocco degli anziani, convenzionati e non, in struttura pubblica di nuova attivazione).
Ebbene, preme significare sin d’ora che, nel caso in cui su tali questioni non pervengano tempestive, positive risposte – a partire dalla conferma da parte della Regione del riconoscimento dell’aggiornamento ISTAT – nonché segnali concreti, quantomeno per l’attivazione di nuove modalità residenziali private, saremmo costretti nostro malgrado a procedere alla dichiarazione di stato di crisi del comparto e alla attivazione di procedure conseguenti per il licenziamento del personale in esubero o a modalità di riduzione delle prestazioni in proporzione al mancato riconoscimento della indicizzazione della retta e dei costi effettivi.