Non è bastata la sala dell’Obihall. I tavoli erano stati sistemati anche sul palco e nella balconata al piano superiore. Il colpo d’occhio era impressionante. 1200 persone a cena, in tavoli da 10, per sottolineare l’importanza e la necessità dell’arrivo su Firenze della Fondazione “F. Turati”. Una festa nel vero senso della parola. E a fare da cornice all’evento c’erano praticamente tutti, tutta Firenze, e, cosa più importante, non solo la Firenze che conta. Difficile fare un elenco anche sommario delle presenze. Dal Presidente della Regione, Rossi, al sindaco della città, Nardella, dal Presidente del Consiglio Regionale, Giani, all’assessore alla salute, Saccardi, e poi assessori comunali, come Sara Funaro e Federico Giannassi, parlamentari, come Tea Albini e Filippo Fossati, esponenti politici di tutte le tendenze, come Paolo Amato e Angelo Pollina. E ancora esponenti del mondo imprenditoriale, della cultura, giornalisti, scrittori, Mauro Corona, Corrado Formigli, persone alla ribalta della cronaca, come i genitori del Premier, Matteo Renzi, rappresentanti delle principali confessioni religiose e tanta, tanta gente comune. Non ultimi, anzi fra i protagonisti della serata, che già il titolo faceva capire essere dedicata ai temi dell’impegno sociale, “Una città per tutti, Nessuno escluso”, esponenti di associazioni di volontariato che a Firenze svolgono un ruolo importante, I Ragazzi di Sipario, la Fondazione Tommasino Bacciotti, Villa Lorenzi. Minimo comune denominatore: la voglia di fare, in prima persona, qualcosa per gli altri. Insomma quella sussidiarietà, senza la quale anche il sistema del welfare non è più in grado di dare risposte esaurienti ai tanti bisogni della società di oggi. E proprio in questo spirito la Fondazione Turati, che con grande successo opera da 50 anni a Pistoia, sulla Montagna pistoiese, a Vieste, sul Gargano, e a Zagarolo, alla periferia di Roma, ha dato la sua disponibilità ad operare anche a Firenze con servizi e strutture all’avanguardia. I progetti sono ancora nella fase iniziale, anche perché dovranno essere messi a punto d’intesa con le Autorità locali e sulla base dei bisogni emergenti. Ma il primo passo è stato già fatto. La grande festa dell’Obihall è stata la prima carta di presentazione nei confronti della città.