Venerdì 9 Ottobre si terrà presso Palazzo Vecchio, Firenze un convegno organizzato dall’ANSES su: “Nuovo Welfare e Salute: Psiconeuroimmunologia come nuova frontiera scientifica contro i meccanismi dell’aggressività”, al quale interverranno il Dott. Maurizio De Scalzi, Direttore Generale della Fondazione Turati ed il Dott. Marco Ricca, Direttore Sanitario del Centro Sanitario Pistoiese, Koinos della Fondazione Turati.
Convegno Anses – Firenze – Palazzo vecchio
“Nuovo welfare e salute : Psiconeuroimmunologia come nuova frontiera scientifica contro i meccanismi dell’Aggressività”
“Molte persone, che vivono in mezzo alla violenza un giorno sì e un giorno no, pensano che sia una parte intrinseca della condizione umana; ma non è così. La violenza può essere prevenuta. È possibile invertire il corso delle culture violente. Nel mio stesso paese e in tutto il mondo vi sono esempi luminosi di come la violenza sia stata contrastata. I governi, le comunità e i singoli individui possono fare la differenza”
Nelson Mandela
Prefazione a World report on Violence and Health (2002)
Organizzazione Mondiale della Sanità, Ginevra
Non si parla mai abbastanza dei fenomeni di violenza , o meglio, di ciò che può portare un individuo a compiere atti perpetuati al fine di fare del male ad un altro individuo. Che sia donna o uomo non fa differenza. E’ violenza, e nei peggior casi diventa omicidio. Cosa avviene nella mente umana e cosa possiamo fare per cambiare quello che pare sia diventato il leit motiv di questa epoca? Come possiamo contrastare questo, cosiddetto, “fenomeno” e con quali strumenti? Un Convegno, questo di oggi, che intende percorrere, attraverso gli Esperti nelle varie discipline, e la scienza che offre basi autorevoli, la strada della conoscenza, della formazione e della cura attraverso un nuovo approccio al welfare ed alla salute con ciò che rappresenta la nuova frontiera scientifica della Psiconeuroimmunologia.
Mente, Corpo e Cervello, interamente collegati, un mondo che ci appartiene perché è il nostro sistema uomo ed è governato da “ragione (cervello), emozione (mente), reazione (corpo)”, ce lo dicono anche i principi dell’Epigenetica.
Le emozioni influenzano l’attività cerebrale agendo sull’asse ipotalamo-ipofisi-surrene (sistema dello stress), il quale, a sua volta, agisce favorendo o alterando l’azione del sistema immunitario. Il sistema immunitario ha il potere di regolare lo stato di salute/equilibrio o malattia/disequilibrio della persona. La capacità di modulare le emozioni – attraverso quelli che vengono definiti “processi di autoregolazione affettiva” – svolge un ruolo cruciale nelle attività interne ed interpersonali dell’individuo (Schore, 1994; Sroufe, 1995). La natura di questi processi può variare significativamente da individuo a individuo ed essere influenzata sia da fattori costituzionali, sia da adattamenti, sia da passate esperienze. È inevitabile che talvolta, in particolare situazioni o contingenze, i livelli superino la nostra soglia di tolleranza. L’autoregolazione della mente dipende in gran parte dall’autoregolazione delle emozioni: il nostro modo di interagire con il mondo è determinato da come “conteniamo” il piano emotivo personale (Siegel, 2001). La sistematizzazione delle emozioni, quindi, diventa un processo centrale nell’autoregolazione Mente-Corpo-Cervello. (MCC). In assenza di processi di recupero efficaci, questi momenti possono trasformarsi in prolungati stati di disorganizzazione, a volte pericolosi per noi e gli altri. La capacità di rientrare nei limiti di quella che viene definita “finestra di tolleranza”, permette ai processi di autoregolazione del sistema di tornare ad un flusso di stati che si muovono in maniera equilibrata verso una maggiore complessità, evitando attivazioni eccessivamente rigide o eccessivamente caotiche. Il sistema della mente-cervello-corpo diventa così maggiormente adattivo, sintonizzandosi su variabili interne ed esterne in maniera più flessibile e aumentando i suoi livelli di complessità e di stabilità. Offrire una “strada” verso la stabilizzazione emozionale è l’assunto su cui si basa l’approccio presentato. Le teorie alla base degli interventi prevedono l’applicazione della fenomenologia, della teoria dell’attaccamento, della teoria dei sistemi complessi, della psiconeuroimmunologia e della neuropsicologia affettiva in campo clinico. E ciò detto non trova applicazione unicamente come forma e strumento di contrasto alla violenza, ma questa metodologia può veramente dare supporto alle politiche sulla salute ed ai corretti Stili di vita, con un sicuro ritorno economico dato dalla diminuzione della spesa sanitaria. Molto spesso si corre in Pronto soccorso per dubbi o paure, intasando un servizio importante.
Tornando al tema: quando si parla di violenza non intendiamo riferirci ad un solo ambito, seppur più incidente, esistono forme di violenza subdole e peggiori talvolta di quelle fisiche. La violenza economica, ad esempio, il mobbing sul lavoro, è una forma di abuso, un problema spesso nascosto, ma con conseguenze concrete, l’intera società ne diventa vittima per l’aumento delle ricadute sui servizi sociali. Le molestie sessuali e le altre forme di molestie ed abusi (fisici, verbali e psicologici), bullismo, mobbing, violenza e stress da lavoro colpiscono sia le donne che gli uomini in tutti i settori e professioni. Spesso la violenza si basa su rapporti di forza e di potere ineguali, ed i costi che comporta sono altissimi per l’intera società, senza parlare dei costi relativi ai tragici epiloghi che portano alla morte della vittima, come nei casi, purtroppo in aumento, di femminicidio. L’obiettivo che ci si propone è quello di affrontare questo ambito con competenza scientifica, conoscenze cliniche e di saperi in genere, al fine di “costruire dinamicamente” il senso del care. Promuovere la conoscenza del fenomeno, promuovere l’empowerment individuale, attraverso l’accrescimento delle proprie competenze e, soprattutto, attraverso l’informazione ed il raggiungimento di una maggiore consapevolezza delle proprie risorse personali, incentivando un atteggiamento proattivo. L’obbiettivo è quello di supportare le politiche di welfare e sanità, fornire gli strumenti, attraverso un Protocollo scientifico, per superare le difficoltà ambientali e relazionali in ambito sociale, familiare e lavorativo e favorire l’ascolto ed il riconoscimento del disagio e della violenza in tutte le sue forme.
Ad oggi esiste un Servizio di Psiconeurologia presso il Centro Koinos, a Pistoia, uno spazio ambulatoriale messo a punto dalla Fondazione Turati, diretto dal Dr. Ricca e coordinato dalla Dott.ssa Sabrina Ulivi.
Antonella Gramigna