La tragedia familiare è avvenuta a Vespolate, nel Novarese, nella notte tra lunedì 7 e martedì 8 novembre. Il Padre ha ucciso il figlio disabile soffocandolo nel sonno mentre dormiva e poi ha tentato il suicidio. Era molto preoccupato che il ragazzo restasse solo se lui fosse mancato.
Ad occuparsi del disabile era rimasto soltanto il padre: la madre è infatti morta un anno e mezzo fa a causa di un tumore.
Tragedia familiare a Vespolate, nel Novarese, dove un 50enne ha ucciso il figlio disabile soffocandolo nel sonno e poi ha tentato di suicidarsi con il gas. Il padre temeva per il futuro del figlio, che sarebbe rimasto solo quando lui fosse mancato, e ha quindi deciso di ucciderlo e di farla finita. L’uomo è ora ricoverato in gravi condizioni all’ospedale di Novara.
Se ti fermi a leggere questa notizia capisci quanto è importante la legge, emessa dal governo Renzi, 15 giugno 2015, che finanzia il “dopo di noi”.
Una struttura “familiare”, come un appartamento, assistita dagli operatori, che curano il corpo e la mente come facevano i genitori i ragazzi che i genitori li hanno persi.
L’atto di amore e di disperazione che ha portato quest’uomo a questo gesto estremo ci deve far riflettere tutti, quanto è importante che nelle priorità dello Stato ci sia l’aiuto alle famiglie fragili, quando c’è un figlio disabile come in questo caso, o un anziano non autosufficente .
Chi si occcupa di sanità e di sociale non si deve comportare come un ragioniere pignolo che sa solo tagliare la spesa.
La sofferenza che c’è in queste famiglie copre le loro urla silenziose, li rende invisibili agli occhi delle Istituzioni, la persona di cui si parla e suo figlio, potevano essere salvati con un minimo di attenzione.
Una famiglia di 3 persone, un figlio gravemente disabile, muore la mamma di tumore è un dovere che questa famiglia sia monitorata…..non voglio aggiungere altro, sono entrato nella Fondazione F.Turati perchè credo che possa avere un ruolo importante in questi ambiti.
Graziano Cioni