Dagli interventi dell’autore, Enrico Norcini, dello scrittore e del pubblico presente, è emersa l’importanza di affrontare le malattie con spirito “positivo” e con tanta voglia di farcela.
Un viaggio attraverso una grave malattia neurologica con il recupero di buona parte dell’autonomia e l’acquisizione di una nuova consapevolezza di sé.
E’ la straordinaria esperienza di Enrico Norcini , imprenditore e già sindaco di Follonica, che è stata al centro di incontro organizzato a Gavinana dalla Fondazione “F. Turati” che gestisce, sulla Montagna P.se, come in altre regioni italiane, Centri di Riabilitazione, RSA e RSD. All’iniziativa, oltre a Norcini, che ha raccolto la storia della sua malattia nel libro “Non ho tempo”, hanno partecipato medici, terapisti della riabilitazione e giornalisti. Ospite d’eccezione Mauro Corona, scultore, alpinista e scrittore di successo che con il volume “la fine del mondo storto” ha vinto, nel 2011, il Premio Bancarella.
Norcini, colpito nel 2008 da una grave forma di ictus cerebrale che secondo molti medici non dava nessuna speranza di ripresa, ha ripercorso la sua uscita dal tunnel della malattia da quando si risvegliò dal coma, perfettamente cosciente ma incapace di muoversi e di parlare, alla ripresa dell’uso della parola e di una buona capacità di interagire con il mondo circostante.
Dall’incontro, grazie ai molti interventi anche del pubblico presente, è emersa l’importanza di affrontare le malattie con spirito “positivo” e con tanta voglia di farcela. Essenziale inoltre l’approccio positivo di tutti gli operatori sanitari che devono considerare i malati persone e non “casi” da curare solo con la tecnica perché, come ha scritto il Prof. Di Lazzaro, docente di neurologia all’Università Cattolica, nella prefazione al volume di Norcini, “bisogna ricordarsi di avere di fronte una persona con la sua umanità e non solo organi più o meno malati”.