La Fondazione Turati ha festeggiato i cinquant’anni di vita sbarcando a Firenze e portando oltre mille persone all’Obihall. Una cena, tanti ospiti, musica popolare. Con la cura del Presidente della Fondazione, Nicola Cariglia, e la regia di Graziano Cioni, che a Firenze conserva tutta la sua straordinaria capacità organizzativa.ùUna bellissima serata dedicata all’impegno sociale. Perché la Fondazione Turati si occupa di anziani, non però come assistenza caritatevole, ma con l’obiettivo di valorizzarne il ruolo nelle nostre comunità. In linea con una evoluzione — anche del ciclo vitale — che ha spostato in là, e di parecchio, la possibilità per le nostre nonne e per i nostri nonni di dare un contributo fattivo e concreto oltre i muri delle proprie case e delle proprie famiglie. È una conquista anche politica, in coerenza con quel grande socialista che fu Filippo Turati, per il quale — come ha ricordato lunedì sera il governatore Enrico Rossi — la vera rivoluzione è quella che si fa ogni giorno, pezzetto dopo pezzetto, cambiando i meccanismi economici, politici, istituzionali che avviliscono i diritti dei cittadini, a cominciare da quelli più deboli. Un riformismo che a lungo è stato clamorosamente sconfitto dalle fughe in avanti e dalle velleità di un massimalismo parolaio e inconcludente, capace però di mobilitare le piazze per orientarle verso una catena di delusioni e sconfitte. Una storia che, fatte le debite differenze, oggi si rivive con l’esplosione (e i successi) dei mille populismi in tutti i continenti, Europa e Italia comprese. L’altra sera all’Obihall si respirava un’altra aria, l’aria della Firenze migliore. Quella dei premi ai ragazzi di Sipario e di Villa Lorenzi, quella della Fondazione Tommasino Bacciotti. Tutti lì, a dimostrare che volendo si può. Si può rompere il muro della rassegnazione, dell’isolamento, dell’emarginazione. E anche passare qualche ora gomito a gomito, ognuno con i suoi No e i suoi Sì. Come in un Paese forte, maturo e vaccinato contro i veleni della faziosità. A Firenze può succedere anche questo.
Paolo Ermini
Direttore de Il Corriere Fiorentino
Da Il Corriere Fiorentino del 23 novembre 2016