La Legge-quadro per l’assistenza, l’integrazione sociale e i diritti delle persone handicappate del 1992 ha compiuto vent’anni. Già l’articolo 1, che sancisce le finalità della legge, rivela come il legislatore abbia saputo individuare, con grande lungimiranza, i principali problemi da risolvere perché una società possa dirsi realmente civile. Viene infatti affermata la necessità di: garantire, sempre, il pieno rispetto della dignità umana (lett. a); prevenire e rimuovere le condizioni che impediscono la partecipazione alla vita della collettività di ogni individuo (lett. b); garantire il recupero funzionale e la tutela giuridica ed economica della personale disabile (lett. c); predisporre interventi finalizzati al superamento dell’emarginazione, favorendo di fatto l’inclusione sociale della persona con disabilità (lett. d).
In particolare, l’articolo 7 prescrive che la cura e la riabilitazione siano realizzate tramite programmi comprendenti attività assistenziali socio-sanitarie integrate che “valorizzino le abilità di ogni persona handicappata e agiscano sulla globalità della situazione di handicap, coinvolgendo la famiglia e la comunità”. In questo quadro va evidentemente letto il Piano di indirizzo per la riabilitazione, approvato il 10 febbraio 2011 dalla Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Province Autonome di Trento e Bolzano.
La disciplina di cui agli artt. 13-17 – che, specificatamente, supera il concetto delle cosiddette “classi differenziate”, definendo invece la necessità di realizzare una reale integrazione scolastica nelle scuole di ogni ordine e grado – ancor’oggi resta fra le più avanzate al mondo.
Precise indicazioni, inoltre, sono dettate relativamente all’integrazione lavorativa (artt. 18-22), all’effettuazione di attività sportive, turistiche e ricreative (art. 23) ed all’eliminazione delle barriere architettoniche (art. 24).
La legge n. 104/1992 ha, dunque, fissato i principi in materia di assistenza, inclusione sociale e diritti delle persone con disabilità.
A distanza di vent’anni la Fondazione Santa Lucia e l’Università degli Studi Roma Tre hanno organizzato un convegno internazionale per fare il punto sulla sua attuazione nel sistema sanitario nazionale.
L’auspicio dei promotori è che in queste giornate di studio – che vedranno la partecipazione di numerosi esperti, anche di rilievo internazionale – possano emergere utili riflessioni che, da un lato, testimonino l’esigenza dell’approfondimento continuo dei temi legati alla disabilità e, dall’altro, individuino altresì soluzioni concretamente operative.