Non fa notizia la protesta dei disabili in Sicilia: guidati dal regista PIF hanno occupato la Presidenza della Regione per lamentare la totale assenza di risorse per la loro assistenza.
La notizia, a differenza del caso del nuovo stadio che dovrebbe essere costruito a Roma, è stata in cronaca nazionale un solo giorno: un gruppo di disabiliin Sicilia, gravi, guidati dal regista e conduttore tv Pierfrancesco Diliberto, in arte Pif, ha occupato a Palermo la sala Alessi a Palazzo d’Orleans dove ha sede la Presidenza della Regione. Motivo della protesta l’esiguità dei fondi a disposizione per l’assistenza ai disabili gravi che, a livello regionale, sono 3600. Solo 13 milioni di euro, fra l’altro tutti di provenienza statale. Nel bilancio regionale non è stato stanziato nemmeno un euro. Per garantire un’assistenza h12 di milioni ne servirebbero almeno 270, mentre per coprire le 24 ore la somma dovrebbe arrivare a sfiorare i 550 milioni all’anno. Tutto questo in una regione dove non solo sono ancora in vigore i vitalizi per gli ex consiglieri che siano rimasti in carica per 5 anni ma dove vengono ancora pagate 127 pensioni di reversibilità ad altrettanti eredi di consiglieri deceduti (le pensioni di reversibilità sono state abolite da una riforma di inizio 2012 ma restano in essere quelle maturate a tutto il 2011).
Naturalmente appena avuta notizia dell’occupazione il Governatore Rosario Crocetta è andato ad incontrare i manifestanti e ha solennemente promesso che, testuale, “entro un mese, massimo due il problema sarà risolto” senza ovviamente dire come sarà risolto e soprattutto da dove verranno presi i soldi che servono. Tanto per dare un parametro di grandezza basti dire che anche se si abolissero tutti i vitalizi, vecchi e nuovi, cosa fra l’altro a cui nessuno pensa, si raggranellerebbero solo 18 milioni di euro. Certo meglio che niente ma solo il 3,2% di quanto necessario.
L’enormità del caso disabili in Sicilia risulta ancora più evidente, e stridente, alla luce di altre due considerazioni. La prima viene dal paragone con quanto fanno altre Regioni della stessa dimensione di quella siciliana dove i fondi a disposizione, pur non essendo sempre sufficienti, raggiungono almeno il livello della decenza, la seconda deriva invece da un recente accordo che è stato stipulato nella Conferenza Stato-Regioni. In quella sede si è stabilito che le rette di degenza per disabili gravi che siano ricoverati fuori regione, è quello che per i casi più difficili succede per diverse realtà meridionali, non siano più pagate dalla Regione dove questi risiedono ma dalle Asl della Regione di provenienza. Una misura che sulla carta può essere anche giusta ma che, se dovesse rimanere tale, finirà per scaricare sulle famiglie gli oneri di cure che Stato e Regioni dovrebbero garantire a tutti ma soprattutto a chi si trova ad affrontare situazioni di così gravi difficoltà.
Giancarlo Magni
Comitato Direttivo Fondazione Turati Onlus
Articolo pubblicato su Pensalibero.it