Chi l’avrebbe mai detto. Eppure guardando le informazioni recentemente trasmesse dal Centro Operativo Aids sulle infezioni da Hiv/Aids e sulle Infezioni Sessualmente Trasmesse, quello che balza agli occhi è l’aumento di oltre il 25% dei casi negli ultracinquantenni. Esse stanno infatti aumentando proprio nella fascia di età compresa tra i 45 ed i 65 anni. Addirittura, per quanto riguarda la sifilide, 1 malato su 4 è over quarantacinque, con un incremento delle infezioni decuplicato negli ultimi dieci anni.
Il dato prevalentemente è riferito agli uomini, con patologie più diffuse tra gli omosessuali. Anche tra i giovani non c’è da stare tranquilli, con casi di sifilide triplicati. Tra il 2004 ed il 2009 sono raddoppiati i casi su gonorrea e condilomi tra gli adulti ultra quarantacinquenni, mentre diffusissima tra i giovani la clamidia.
Paradossalmente, se tra gli ultracinquantenni negli ultimi venti anni il numero dei casi di malati di Hiv è aumentato del 25%, nelle altre fasce di età essi sono diminuiti di quattro volte.
La nota diffusa però ci spiega il perché di questi apparenti dati anomali ovvero come mai gli ultracinquantenni siano così a rischio.
Tra i fattori, ad esempio, l’allungamento della vita media e l’aumento dei divorzi, il senso di sicurezza dato dall’esperienza, i farmaci contro le disfunzioni, la minore attenzione dei medici alla vita sessuale degli adulti ed il rischio di confondere malattie sintomi dell’infezione con altri disturbi dovuti all’età.
A quanto pare dunque la strategia di comunicazione generale è da cambiare. Non basta più educare solamente i giovani per ridurre il rischio di queste malattie ma occorre sensibilizzare anche gli anziani ad una maggiore protezione nella loro vita sessuale.
Chi volesse approfondire può visitare il sito del COA http://www.iss.it/ccoa/