Gli anziani raggiunti dalla Comunità di Sant’Egidio nell’assistenza domiciliare sono più di 60.000 in tutto il mondo: molti di essi vivono soli, a rischio di istituzionalizzazione, non autosufficienti o parzialmente autosufficienti.
Da questa esperienza è emersa la possibilità di prevenire il ricovero in istituto attraverso programmi personalizzati che mettano in comunicazione tutte le risorse sociali, fisiche ed economiche utilizzabili a vantaggio del singolo anziano, nel rispetto della sua volontà di restare a casa:
a. raccordo e collegamento con i servizi e le opportunità già esistenti intorno all’anziano;
b. supporto nella risposta ai bisogni primari: igiene, salute, pratiche burocratiche;
Attenzione e supporto a bisogni “secondari”: le relazioni sociali, l’occupazione del tempo, la cultura, il lavoro, la vita di fede, dimensioni che segnano la qualità e la dignità della propria vita; incontri e iniziative culturali per promuovere una nuova immagine della vecchiaia, per sostenere l’incontro e il confronto tra le generazioni e prevenire l’isolamento, incontro e integrazione tra il mondo degli anziani e quello degli stranieri per conoscersi, stimarsi, comprendere la cultura e la storia gli uni degli altri.
La Comunità di Sant’Egidio a Milano già da venti anni offre consulenza, orientamento e aiuto concreto per consentire agli anziani di continuare a vivere come e dove desiderano.
Da qui il progetto della casa “Viva gli anziani”: una soluzione alloggiativa per anziani alternativa al ricovero in istituto, basata su criteri di socialità, economicità, sostenibilità e replicabilità; uno spazio aperto al territorio come polo aggregativo e supporto sociale agli ospiti dell’alloggio; un’occasione per mantenere una soddisfacente vita di relazione, per contrastare solitudine e isolamento, valorizzare le proprie risorse e mantenere l’autonomia; Condividere l’appartamento per affrontare insieme le spese, creare nuove relazioni sociali, combattere la solitudine, in una dimensione domestica “protetta”, monitorata e supervisionata..
Punti di forza del progetto
NOVITA’: non una casa protetta, non una piccola RSA, ma una vera casa dove vivere insieme come a casa propria.
SOSTENIBILITA’: dividere le spese con la propria pensione,
REPLICABILITA’: un modello riproponibile in altri contesti con l’aiuto dei servizi e del volontariato;
L’esperienza della casa di Via Mario Bianco 20
I destinatari dell’intervento sono anziani ultrasessantacinquenni residenti a Milano, parzialmente autosufficienti, che non hanno adeguate risorse o alloggio per vivere con una badante ed evitare il ricovero.
Il numero di utenti non supera il massimo di cinque, per mantenere una dimensione domestica e non spersonalizzante.
Si tratta di immobile requisito alla mafia ex legge 575 del 31.5.1965, di proprietà del Comune di Milano e concesso in comodato alla Comunità di Sant’Egidio Milano ONLUS per la realizzazione del progetto per quindici anni rinnovabili. 202 mq al piano rialzato, dispone di un’ampia zona living comune, una cucina abitabile usufruibile dagli anziani stessi, due bagni, tre camere da letto per gli ospiti e una camera per il personale di servizio; un ampio spazio interrato utilizzabile come magazzino per gli ospiti, archivio e spazio per attività di studio sul progetto per gli operatori della stessa Comunità di Sant’Egidio, sede delle attività integrative di animazione e di formazione aperte ai volontari e al territorio.
Figure coinvolte:
ü un collaboratore domestico fisso per la cura della persona e dei pasti;
ü un collaboratore domestico ad ore per la pulizia degli ambienti;
ü un gruppo di volontari della Comunità di Sant’Egidio, riferimenti affettivi per le persone ospiti, che seguono gli aspetti ricreativi, le uscite, l’accompagnamento alle visite mediche ed esigenze simili;
ü un coordinatore volontario responsabile della casa, che si occupi della salute degli anziani e gestisca l’ordinaria amministrazione, mantenendo i rapporti con il personale di servizio, provvedendo alla spesa alimentare ed al pagamento delle utenze.
ü I volontari che offrono forme di collaborazione domestica nella cura della casa; aiuto nella cura dell’igiene personale e nelle spese; sostegno alla socialità (attività, uscite, visite ecc); coordinamento per supervisionare le relazioni tra le persone inserite nell’alloggio e gestire gli eventuali conflitti; mediazione con il personale impiegato e tra il personale, gli ospiti ed eventuali parenti; reperibilità notturna in caso di malesseri o problematiche fisiche; supporto ed accompagnamento degli ospiti durante visite mediche o disbrigo di pratiche; costruzione di una rete di aiuto formale ed informale per sostenere gli ospiti e offrire la possibilità di replicare il progetto.