Il Consiglio d’Europa richiama l’Italia al rispetto di fondamentali diritti sociali.
Il rapporto annuale del Consiglio d’Europa di Strasburgo sulla implementazione della Carta sociale europea denuncia complessivamente circa 180 violazioni della Carta in 38 Paesi aderenti a questo organismo di tutela dei diritti fondamentali.
All’Italia vengono rimproverate l’assenza di un reddito minimo garantito per tutti, come misura di inclusione sociale e contro la povertà, le pensioni minime troppo basse, serie carenze nell’assistenza sociale e sanitaria, politiche sulla sicurezza sul lavoro inappropriate, sostegni ai disoccupati insufficienti e discriminazioni basate sull’età e sull’appartenenza ad alcune minoranze etniche. Diventano particolarmente preoccupanti in questo periodo di crisi economica, disoccupazione, precarietà e impoverimento dilagante, soprattutto nelle classi medio basse.
Il segretario generale del Consiglio d’Europa, l’ex premier norvegese Thornbjorn Jagland ha esortato i governi europei e le organizzazioni internazionali a prestare maggiore attenzione ai diritti sociali ed economici quando intervengono le misure di austerità attuate dai governi
La parte dedicata all’Italia nel rapporto del Consiglio d’Europa, realizzato dal comitato europeo per i diritti sociali, è composta da 50 pagine. Viene verificato il rispetto degli articoli della Carta sociale europea che i governi di Roma si sono impegnati a rispettare. In particolare vengono esaminati i diritti fondamentali dei cittadini ad avere condizioni di lavoro sicure e non nocive (articolo 3), tutela della salute (art.11), sicurezza sociale (art.12), assistenza sanitaria e sociale (art.13), servizi di welfare (art.14), protezione degli anziani (art.23), difesa dalla povertà e dall’esclusione sociale (art.30).
Le valutazioni espresse disegnano una condizione per la quale in Italia chi finisce in condizioni di povertà, malattia, disoccupazione o altri tipi di disagio può non disporre dei sostegni assistenziali di base, che tutti i Paesi civili si sono impegnati a offrire ai cittadini in difficoltà, trovandosi a volte abbandonato a se stesso.