Ancora una campagna “moralizzatrice” contro i falsi invalidi. Le verifiche sono giuste ma la dimensione del fenomeno non è quella riferita dai giornali. di Giancarlo Magni
410 verifiche al giorno per i prossimi tre anni. In tutto 450mila controlli sugli invalidi civili. E’ l’annuncio con cui i giornali hanno salutato, con soddisfazione, un emendamento alla Legge di Stabilità votato all’unanimità da tutti i partiti in Commissione Bilancio alla Camera dei Deputati. E’ l’ennesima “caccia all’invalido” che con cadenza ormai regolare, in media ogni 4/5 anni, viene effettuata dall’INPS sulla base di ricorrenti campagne moralizzatrici che attraversano l’opinione pubblica. Sia chiaro. E’ assolutamente giusto contrastare gli abusi di chi, sulla base di false dichiarazioni o attestazioni mediche o di altro qualsivoglia trucco, di fatto “ruba” allo Stato provvidenze economiche che invece potrebbero essere utilizzate per chi davvero ha bisogno dell’intervento pubblico. Solo che la dimensione del fenomeno non è quella che riportano i giornali. Nel corso del 2010 le prestazioni per gli invalidi civili, relativamente a pensioni, assegni e indennità, si sono attestate a circa 2 milioni 700 mila, con una spesa complessiva pari a 16.570 milioni di euro. All’interno di quest’ultima, 3.808 milioni di euro si riferivano a pensioni e assegni di invalidità civile e 12.762 milioni di euro a indennità di accompagnamento. E si tenga presente che le indennità di accompagnamento sono erogate dopo visite molto accurate da parte di un’apposita Commissione medica. La spesa per le invalidità civili ha quindi il costo di circa 1 punto di PIL. Spendono di più dell’Italia, per l’invalidità, la Svezia (4,5%), la Danimarca (4,2%), l’Olanda (2,3%), il Regno Unito (2,2%), il Portogallo (2,4%), la Polonia (1,7%), la Slovenia (1,9%), l’Ungheria (2,1%), la Francia (1,8%), la Germania (1,7%), il Belgio (1,8%). L’Italia si colloca sotto la media dell’Unione Europea che per la spesa per le invalidità è di 2% del PIL. (Fonte: Relazione Generale sulla Situazione Economica del Paese, Ministero dell’Economia, 2010). Detto questo c’è anche da considerare che l’INPS in questi anni non è stata con le mani in mano. Fra il 2009 e il 2012 sono stati già effettuati circa 700mila controlli straordinari che hanno portato alla revoca di circa il 10 per cento delle pensioni assegnate ma spesso la revoca non è avvenuta perché il soggetto non era invalido ma perché nel frattempo erano cambiate le sue condizioni economiche nel senso che la persona in questione percepiva un reddito superiore a quello previsto per godere di pensione (14.886,28 euro annui lordi nel 2009) o dell’assegno (4.378,27 euro annui lordi nel 2009. Quindi continuiamo pure a fare i controlli sugli invalidi civili ma non portiamo questa categoria ad esempio del malcostume italiano. Anche perché generalizzando ed estremizzando il problema si porta l’opinione pubblica ad invocare norme sempre più restrittive per l’erogazione delle provvidenze che poi consistono in circa 280 euro mensili per gli invalidi parziali (dal 74 al 99% di invalidità) e in circa 495 euro mensili per chi, invalido al 100% percepisce l’indennità di accompagnamento.
Non è giusto cercare di placare la rabbia dell’opinione pubblica per gli sprechi con il falso obiettivo del falso invalido civile. Perseguiamo pure gli abusi ma avendo sempre la consapevolezza che gli sprechi, quelli veri e pesanti, sono da tutt’altra parte.
Giancarlo Magni
Comitato Direttivo Fondazione Turati Onlus