Una legge quadro nazionale sull’invecchiamento attivo, è quanto chiedono le tre organizzazioni di anziani Auser, Anteas eAda che l’8 novembre hanno organizzato a Roma un incontro nazionale sul tema dell’Invecchiamento attivo e del Rapporto fra generazioni. Una legge che manca e che deve essere realizzata quanto prima, per costruire nel nostro paese una società per tutte le età.
Le tre più grandi organizzazioni che muovono in tutta Italia decine di migliaia di anziani volontari e solidali, hanno voluto dare, con questa iniziativa, sostanza concreta all’Anno Europeo 2012 dedicato proprio all’Invecchiamento attivo. Un evento che rischia di concludersi nell’indifferenza generale.
Gli over 65 sono in Italia il 21% della popolazione e fra 20 anni arriveranno a più del 30%. Numeri importanti che vanno letti nel modo giusto. La popolazione italiana invecchia e la questione non ha avuto ancora una adeguata attenzione di carattere politico e sociale ed anche culturale come ha sottolineato il sottosegretario Maria Cecilia Guerra nel suo intervento. “Non si può improvvisare quando si affronta il tema dell’invecchiamento della popolazione e delle politiche di welfare, le risorse già scarse rischiano di essere spese male, come rischia di essere considerato residuale lo stesso welfare; il nostro Paese deve fare finalmente un passo avanti, ed apprestarsi ad un radicale cambiamento di tipo culturale”.
“Dobbiamo superare un concetto esclusivamente “lavoristico” dell’invecchiamento – ha sottolineatoMichele Mangano presidente nazionale Auser concludendo i lavori- dopo il lavoro non deve esserci solo e comunque il lavoro, bensì un periodo in cui le persone possano riprogettare la propria vita, impegnandosi nella comunità in cui vivono.
Una legge quadro nazionale – ha proseguito Mangano – la sollecitiamo da tempo, ci auguriamo che nella prossima legislatura venga affrontata la questione per un vero e proprio riconoscimento del ruolo e della funzione delle persone anziane nell’ambito della comunità.
Moltissimi anziani si impegnano come volontari per aiutare gli altri o si spendono nell’ambito della propria comunità nella valorizzazione dei beni comuni: monumenti, musei, biblioteche, parchi che grazie agli anziani verrebbero restituiti alla fruizione della collettività altrimenti abbandonati. La legge quadro nazionale dovrebbe riconoscere attraverso crediti sociali – accesso ad attività culturali, ricreative, sportive, promosse dai Comuni e agevolazioni sul trasporto urbano – questo duplice impegno svolto gratuitamente a beneficio dell’intera comunità”.
Un nuovo patto di solidarietà fra generazioni
Oggi assistiamo ad una contrapposizione molte forte fra le generazioni, tra anziani garantiti e giovani precari. Occorre superare questa banalità costruendo un nuovo patto fondato sulle reciproche opportunità, attivando giovani e anziani in progetti comuni. Una “economia sociale” di cui tutti beneficiano, fondata sul lavoro degli uni e sull’impegno degli altri.