Gabriel Garcia Marquez è malato di Alzheimer: non scriverà più. A comunicare la triste notizia è stato Plinio Apuleyo Mendoza, suo amico che insieme a Gabo nel 1982 aveva scritto il racconto ‘El olor a la Guyaba’ che ha dichiarato: ‘Non riconosce più nemmeno gli amici più intimi’. La notizia è stata poi ripresa da diversi quotidiani cileni, fino a trovare definitiva conferma da parte di Dasso Saldivar, il biografo ufficiale del premio Nobel per la Letteratura nel 1982.
Una notizia tristissima questa, che colpisce uno degli scrittori più amati a livello mondiale. In realtà già due anni fa l’agente di Marquez aveva dichiarato che la carriera dello scrittore era finita. Attualmente, la famiglia non ha né confermato né smentito la notizia. E pensare che nel 1999 aveva già lottato e sconfitto un tumore al sistema linfatico, ma l’Alzheimer non concede vittoria.
Ma qualcosa nell’aria si poteva presagire da tempo. La settimana scorsa, sempre Mendoza aveva affermato: ‘Deve vederti in faccia, poiché dalla voce non sa con chi parla’. Anche lui doveva aver intuito qualcosa sulla malattia: sia il fratello che la madre di Marquez sono entrambi morti per l’Alzheimer. Persino l’ultima volta che si erano sentiti al telefono c’era qualcosa di strano, continuava a dimenticarsi particolari e dettagli relativi alla memoria a breve termine. Eppure, come ricorda Mendoza, si ricordava perfettamente eventi di trenta o quaranta anni prima.
I più attenti, di sicuro avranno qualche sospetto in merito, soprattutto coloro che avevano letto ‘Una vita’ dell’inglese Gerald Martin, un altro suo biografo che aveva lasciato intendere qualcosa in questo libro dedicato a Marquez. E che dire della bufala su Twitter di qualche tempo fa? Un utente, fingendosi Umberto Eco, aveva anticipato la morte di Gabriel Garcia Marquez. Subito la notizia della dipartita di Gabo era stata smentita dalla Gabriel Garcia Marquez Foundation, ma alla fine un fondo di verità c’era. Probabilmente, qualcuno informato della cosa aveva voluto rivelare al mondo intero che c’era qualcosa che non andava nello scrittore. Anche se Jaime Abello Banfi, presidente della Fondazione, aveva solamente parlato di uno scherzo di pessimo gusto.
Anche se a dire il vero qualcuno aveva sospettato che dietro il falso nick di Umberto Eco ci fosse Tommaso Debenedetti, un letterato italiano famoso ormai in tutto il mondo per le sue burle. Il suo sarebbe stato a quanto pare un tentativo di dubbio gusto di dimostrare un suo assunto, ovvero l’inattendibilità dei social media, considerati da Debenedetti la fonte di informazione ‘verificabile’ del mondo, ma ugualmente necessaria per il bisogno dei media di avere notizie in tempi rapidi e veloci.
Ci dispiace tantissimo per Gabriel. 🙁
Fonte Apollodoro.it