Intervista a Luca Canessa, segretario generale del Comune di Alghero, sul tema della finanza di progetto e della gestione degli impianti sportivi.
La finanza di progetto può offrire delle opportunità utili a superare la criticità nella gestione degli impianti sportivi grandi e piccoli. In occasione del convegno«Il partenariato pubblico privato per l’impiantistica sportiva», tenutosi a Pistoia il 9 novembre scorso, ne ha parlato Luca Canessa, segretario generale del Comune di Alghero, in un’intervista raccolta da Stefano Baccelli.
Quali opportunità ci sono oggi per ricorrere con ottime possibilità di successo al partenariato pubblico privato per la ristrutturazione e la costruzione di nuovi impianti sportivi?
«Sugli impianti sportivi tra il 2013 e il 2017 incrociando con il nuovo codice degli appalti si è cercato di introdurre strumenti per semplificare ancor di più l’applicazione della finanza di progetto per la realizzazione e gestione di impianti sportivi. Interessante è il fatto che si cerchi di introdurre strumenti per rendere redditiva la gestione dell’impianto sportivo che è un po’ l’aspetto critico perché se è vero che la finanza di progetto sugli impianti sportivi permette una realizzazione dell’impianto, poi l’aspetto problematico è quello della gestione. Allora la normativa il DL 50 del 2017 permette per esempio di realizzare o ristrutturare gli immobili contigui all’impianto sportivo anche con finalità diversa da quella sportiva, basta che non abbia finalità residenziali questo significa per esempio che accanto all’impianto sportivo può essere realizzato un centro commerciale tanto per capirsi».
Quindi possiamo parlare di maggiori opportunità sia per il soggetto pubblico che per quello privato?
«In effetti può rendere più redditiva da parte del soggetto privato la realizzazione, eppoi la gestione dell’impianto sportivo. Si posso realizzare anche foresterie o convitti per gli atleti o per ospiti degli atleti. Per esempio è prevista anche la possibilità di realizzare esercizi di somministrazione di alimenti e bevande fino a 200 metri quadri, quindi in deroga a qualsiasi normativa vigente. È chiaro che tutti questi elementi di semplificazione, vedi anche sulle procedure, rendono particolarmente interessante ristudiare l’applicazione della finanza di progetto per ristrutturare e realizzare impianti sportivi che nel nostro panorama nazionale sono spesso un po’ scalcinati o abbandonati. E quindi è senza dubbio una opportunità per determinare un miglioramento sostanziale delle strutture sportive».
Quindi non soltanto grandi impianti, ma anche strutture minori?
«Spesso si pensa allo Stadio, ma poi c’è una miriade di tipologie di impianti sportivi invece diverse, magari di paese o di quartiere che sono abbandonati con gestioni discutibili. In Sardegna registro le stesse carenze, mi pare che ci si affacci alla finanza di progetto con un certo timore questo perché le normative ancora oggi sono complesse. Molto spesso le associazioni sportive lasciate sole non hanno gli strumenti per realizzare progetti così complessi, per tale motivo anche in Sardegna si cerca di favorire questo affiancamento tra imprese di costruzione e associazioni sportive. Fondamentale è l’apporto dei finanziatori, quindi Credito Sportivo o Istituti di Credito che favoriscano il credito a questi soggetti altrimenti non si va da nessuna parte».
Stefano Baccelli