Una 50ina di artisti, 2 giorni di musica, un centinaio di spettatori e una location d’eccezione. È l’Indian Summer Festival che a inizio settimana ha rallegrato Vieste con un viaggio immaginario tra rock, elettro e club culture.
“Doveva svolgersi al porto ma, per motivi tecnici, si è preferito la rotonda di Marina Piccola” ci spiegano dall’associazione ‘Infestazioni Soniche’, promotrice dell’evento, ma nel cambio la festa non perde nulla tra il mare e la storicità della bella Vieste.
In pochi fermi sotto il palco, ancor meno disposti a ballare, ma tanti i curiosi che si avvicinano attratti da suoni ancora di nicchia, è infatti l’elettro-rock a far da padrone al festival. “Sono feste all’ordine del giorno in Spagna, Inghilterra, Grecia e Salento ma qui in Capitanata sono ancora una novità, siamo comunque contenti del risultato, martedì l’evento ha avuto un gran seguito ed ha riempito la piazza, mercoledì ci sono state forse più distrazioni ma comunque la gente ha partecipato” raccontano gli organizzatori evidenziando la preferenza dei giovani per i dj set sul palco dopo la mezzanotte.
E sotto il palco si ritrovano così turisti e cittadini di ogni età, qualcuno muove le spalle, qualcuno ammira la scena fatta di giochi di luce e proiezioni video sul fianco della tribuna. Ad aprire l’evento lo scorso martedì gli italiani Diaframma, Sycamore Age, Boxeur the Coeur e i dj-set 100% Presi Bene, I’m an Egg, Jaen e la Plastique e il londinese D:Alog, mentre mercoledì è stata la volta dei live set degli italiani The Dub Sync e Big Charlie e dei sangue misto Emika (Uk-De) e Lies (It-UK), dj set affidato ai londinesi Tom Diciccio e Diego ck Family e all’italiano Lucio Malatoid, “artisti di qualità eccellente” commentano i responsabili.
Ma eventi simili non si organizzano senza qualche difficoltà, scoglio più duro resta il fattore economico. “Abbiamo coinvolto le attività e gli alberghi locali che, causa crisi economica, non hanno potuto darci un forte aiuto in soldi ma hanno messo a disposizione degli artisti le proprie strutture, fondamentale l’aiuto dell’assessorato al Turismo di Vieste che ha contribuito economicamente e fattivamente.
A volte non è necessario fornire un sostegno economico, è sufficiente quello morale, l’organizzazione è davvero difficile, d’altro canto se riusciamo a coinvolgere gratuitamente gli organizzatori, gli artisti li dobbiamo pagare” concludono dall’associazione lamentando però la poca tolleranza dei residenti del centro viestano: “a volte 2 rimproveri si fanno sentire più di 10 abbracci, bisogna coinvolgere tutti in queste manifestazioni, sono in tanti a pensare che i giovani non hanno alternative poi però bocciano queste manifestazioni”.
Rosaria Albanese
Il Quotidiano Italiano – Ed. Foggia