Danilo D’Antimi, responsabile crediti imprese dell’Istituto di credito sportivo, sulle modalità d’intervento del Credito sportivo nel partenariato.
Il Credito sportivo? Ha un ruolo chiave nel sostegno dei progetti. Parola di Danilo D’Antimi, responsabile crediti imprese dell’Istituto di credito sportivo, qui intervistato da Stefano Baccelli. Anche D’Antimi è stato tra gli ospiti del workshop “Il partenariato pubblico privato per l’impiantistica sportiva”, promosso nel novembre scorso dall’associazione E.s.t. e Icet Sport.
Il Credito sportivo come può intervenire nel partenariato pubblico e privato, per sostenere le Società Sportive e le altre componenti del progetto?
«In due momenti, sia nella fase preliminare come banca sia nella fase precedente di consulenza, di servizi, di supporto alla pubblica amministrazione e all’operatore privato nello studio di fattibilità iniziale e quindi nel valutare la proposta migliore, la scelta più conveniente tra un appalto tradizionale da parte dell’Ente Locale o scegliere uno strumento di finanza di progetto tipo project financing e così via. Quindi entrare già nella fase iniziale preliminare nel fornire un supporto specialistico sulla base del know how, delle competenze tecniche che l’istituto ha maturato in tutti questi anni di finanziamento agli impianti sportivi, metterle a disposizione degli operatori pubblici e privati per cercare di inquadrare l’operazione nella maniera migliore possibile, nella maniera più corretta che poi abbia una sua bancabilità e quindi una sua sostenibilità economica, quindi fornire il punto di vista del soggetto finanziatore, quindi fornendo di consigli e le indicazioni utili che possono migliorare la finanziabilità del progetto. Quindi sicuramente attraverso un supporto di idee, quindi nel fornire spunti per come andare a riqualificare piuttosto che costruire un impianto sportivo su quelli che possono essere i servizi anche accessori e non prettamente sportivi che possono garantire una sostenibilità, immagino un punto ristoro, piuttosto che altri spazi che possono far crescere la redditività e garantirne la bancabilità.
Altro elemento, l’altro istituto finanziatore, è lo strumento sicuramente di garanzia del fondo per l’impiantistica sportiva, un fondo di natura statale, di cui l’istituto è gestore, in maniera separata e autonoma rispetto alla banca. Può essere uno strumento fondamentale proprio per supportare le iniziative di partenariato in cui sostanzialmente non ci sono garanzie o ci sono soltanto in minima parte sottoforma di diritto di superficie che l’amministrazione concede al concessionario piuttosto che sotto forma di contributo, ma non garanzie considerate eleggibili per quanto riguarda le banche ordinarie; dal 2015 è operativo il fondo di garanzia per l’impiantistica sportiva che consente di garantire finanziamenti da parte degli istituti di credito in misura importante fino all’80% del finanziamento fino a due milioni e mezzo di euro di operazione, quindi è uno strumento importante che sta dando piano i suoi frutti, destinato agli operatori privati e non ai pubblici non territoriali. In tre anni ha deliberato circa già centosettanta garanzie per 40 milioni di Euro complessivi e può essere sicuramente una leva molto efficace per queste operazioni, quindi di supporto alle operazioni di partenariato pubblico privato in cui il concedente può rilasciare garanzie, ma comunque limitate e contenute rispetto ad un progetto complessivo. Il privato ci mette naturalmente la sua expertise e il suo know how, il costruttore realizza, ma poi non disposto a rilasciare garanzie di natura personale su una durata così ampia, c’è questo strumento, appunto di natura statale, che è stato reso operativo dall’istituto Credito Sportivo tre anni fa e può intervenire in misura molto importante per sostenere gli impianti sportivi. Questo sono le leve che la banca può mettere in piedi per cercare di soddisfare le esigenze degli operatori privati in operazioni di partenariato pubblico privato.
In quale misure la nuova normativa può dare impulso ai progetti di partenariato?
«Diciamo che già c’è stata una modifica normativa rispetto all’approccio iniziale che aveva il fondo di garanzia perché inizialmente alla sua creazione poteva garantire un milione e mezzo e fino al 60% degli investimenti. Con l’intervento governativo del 2017, come dicevo, sono stati ampliati sia l’importo massimo di una singola garanzia, da un milione e mezzo a due milioni e mezzo di Euro, si la percentuale di intervento sul singolo finanziamento, dal 60 all’80%. Ed è stata anche aumentata la durata che passa da 15 a 20 anni. Quindi lo strumento è stato reso ancora più flessibile e utile per cercare di supportare quegli investimenti di impiantistica sportiva. Diciamo che oggi si tratta uno strumento con tutte le caratteristiche per essere efficace ed efficiente per la gestione di queste situazioni».
Si può dunque affermare che queste iniziative siano importanti per definire ed illustrare le opportunità che si offrono?
«Per noi sono occasioni fondamentali di incontro e di confronto per condividere ed informare gli operatori del settore di quelli che sono gli strumenti che sono presenti e che vengono anche innovati e vanno sempre più nella direzione di servire il mercato. Si sta parlando di un intervento legislativo che anni orsono ha costituito questo fondo, che per tanto tempo è restato dormiente e che dal 2015 è stato reso operativo e nel 2017 è stato rinnovato nelle sue logiche di funzionamento proprio per soddisfare ancora di più la domanda di finanziamento».
Stefano Baccelli