Secondo una ricerca condotta in Nuova Zelanda la sperimentazione sulle scimmie ha dato miglioramenti superiori al 50%. di Massimo Melani da totalita.it
Una società della Nuova Zelanda ha intenzione di impiantare cellule di maiale nel cervello umano in un trial clinico per il trattamento del morbo di Parkinson e contribuire a migliorare il movimento e le funzioni cerebrali nei pazienti.
Le sperimentazioni cliniche, in programma per il prossimo anno, si basano su cellule di cervello di maiale utilizzabili per il trattamento di ri-potenziamento della persona colpita dal morbo.
Il Living Cell Technologies Ltd di Manukau, Auckland, per bocca del suo portavoce ha detto proprio ieri -in conferenza stampa- che il trattamento implica il trapianto di cellule cerebrali di maiali nel tessuto nervoso umano danneggiato. Queste cellule saranno capaci di riparare, dapprima parzialmente poi –sperano- definitivamente, i danni nelle persone affette dal Parkinson.
Questa è una malattia degenerativa del sistema nervoso che colpisce dai quattro ai sei milioni di persone in tutto il mondo. Nel Parkinson, i livelli riduttori della dopamina nel cervello conducono ai sintomi che riguardano il movimento quali il tremito, la rigidità muscolare, il ritmo lento e i vari sintomi conoscitivi successivi.
L’ amministratore delegato, della Living Cell, Andrea Grant ha tenuto a precisare davanti ai media neozelandesi che «test pre-clinici in scimmie hanno mostrato sintomi di miglioramenti superiori al 50 per cento ».
“Entro due settimane, dall’ impianto di queste cellule, abbiamo visto un miglioramento dei tremori e del movimento sulle scimmie selezionate. C’è stato un netto progresso nei test sulla loro memoria e attenzione, e tale standard si è mantenuto per i sei mesi della sperimentazione,” ha poi aggiunto Grant alla agenzia Reuters.
«I risultati suggeriscono che tali impianti cellulari potrebbero, con successo, proteggere il tessuto cerebrale che sarebbe altrimenti morto, potenzialmente ritardare o anche prevenire gli effetti debilitanti del Parkinson», ha ribadito Grant.
I farmaci convenzionali per il trattamento del morbo alleviano i sintomi, ma perdono efficacia nel tempo e non affrontano la perdita di fondo delle cellule cerebrali che producono dopamina.
“Le cellule di supporto sono come il motore di rigenerazione del cervello. Esse consentono ai neuroni che sono malati di rigenerare e ripopolare l’area del cervello che è danneggiato.
Le cellule sono tratte dal tessuto cerebrale di suini nati da uno speciale gruppo “sterilizzato”, a causa dei rischi di malattie dei suini moderni.
L’azienda utilizza i maiali discendenti da un allevamento che è stato lasciato isolato nel 1850 in una stazione baleniera abbandonata nelle isole Auckland, a circa 465 chilometri a sud della Nuova Zelanda.
Le cellule vengono trattate per evitare che il sistema immunitario umano possa rifiutarle.
La Living Cell Technologies prevede di avere il via dalle autorità neozelandesi all’inizio di maggio e, se l’approvazione verrà concessa, sarà in grado di avviare la Fase I di sperimentazione entro la fine di marzo 2013.