Una indagine della Fondazione Turati in Toscana, Lazio e Puglia, mette in rilievo che la crescita dei non autosufficienti è ancora più accentuata. In Toscanala Fondazione e l’Associazione Residenze Sanitarie Assistenziali propongono alla Regione modifiche che consentano di affrontare l’emergenza.
La popolazione italiana oltre i 65 anni è adesso poco più di 12 milioni, circa il 20% di quella globale, ma è destinata ad aumentare a 16 milioni e mezzo nel 2030 e a sfiorare il raddoppio salendo a 20 milioni e 300.000 nel 2050, quando gli anziani rappresenteranno il 33 per cento della popolazione. Tra poco meno di 40 anni, dunque, una persona su tre sarà anziana. E con la crescita assoluta del numero di persone anziane aumenterà ad una velocità anche maggiore, complice l’allungamento della vita media, quello delle persone non autosufficienti e disabili. La tendenza è delineata in una ricerca commissionata dalla Fondazione Turati a Microcosmos i cui risultati saranno resi noti a gennaio.
Alcuni dati, tuttavia, sono stati resi noti nel corso di un convegno su “Diritti negati e nuove solidarietà” promosso dalla stessa Fondazione Turati e dalla Associazione residenze Sanitarie Assistenziali che si è svolto a Pistoia.
La crescita della popolazione anziana e del suo segmento non autosufficiente è stata radiografata anche attraverso le preoccupazioni espresse, alla luce della crisi economica, nelle interviste condotte nel corso della ricerca. Al primo posto (42,3%) la paura di perdere le capacità mentale, seguita da quella di diventare invalido (38,1%) e della solitudine (14,6%), secondo gli intervistati nelle tre regioni, molto diverse tra loro, dovela Fondazione Turati gestisce le proprie strutture attive nel settore dell’assistenza: Toscana (Gavinana), Lazio (Zagarolo) e Puglia (Vieste). Proprio in Toscana, una delle regioni italiane con la media più alta di popolazione over 65, nei prossimi 40 anni si assisterà ad un raddoppio degli anziani con disabilità, che passeranno dai 37mila attuali ai 74mila del 2050. Significativo, infine, il dato su dove gli anziani delle tre diverse regioni si immaginano di essere assistiti se perdessero la propria autosufficienza: al primo posto tra i ‘lupi grigi’ laziali (29,6%) una residenza sociale o una casa di riposo, il 35% dei toscani in casa con una badante e ben il 51,6% dei pugliesi assistito da figli e nipoti.
Il convegno ha dedicato particolare attenzione alla situazione degli anziani non autosufficienti in Toscana dove – è stato rilevato – esistono 394 strutture residenziali, fra RSA, Comunità alloggio protette, Centri residenziali e Residenze sociali assistite, per un totale di 16.327 posti letto, di cui circa 9000 posti letto in RSA convenzionate.
Purtroppo il sistema – che pure ha raggiunto livelli qualitativamente elevati- fatica a reggere l’impatto con la crisi economica.
Oggi la salvaguardia di questo modello è importante per l’intero sistema sociosanitario ma non si può non prendere atto che tale modello è basato su una disponibilità di risorse che non c’è più e che molto probabilmente non ci sarà anche nei prossimi anni tanto è vero che già oggi si sta assistendo alla contrazione delle autorizzazioni al riconoscimento della quota sanitaria e all’inserimento in RSA con indicazioni alternative di percorsi assistenziali diversi (domiciliari, diurno etc). Questo percorso è corretto ma deve essere affiancato anche dall’adozione di altre misure , a partire dal garantire la libera scelta della struttura in cui essere assistito da parte del cittadino ,a cui è stato riconosciuto il diritto all’inserimento in rsa , come previsto dalla legislazione regionale in vigore dal 1 Luglio di quest’anno ma non ancora applicata ,al congelamento della realizzazione di nuove RSA nelle zone già sature .al superamento di un unico modello residenziale (RSA ) con il recupero nella normativa di Residenze per autosufficienti e la individuazione di una nuova tipologia di Residenza sociale con integrazione sanitaria , da realizzarsi a cura dei privati o dei privati sociali già impegnanti nel settore, dove il livello di assistenza garantito agli Ospiti sia superiore a quello offerto agli autosufficienti anche se inferiore a quello garantito in una RSA classica. L’ARSA, Associazione Residenze Sociali Assistenziali, cui la Fondazione “F. Turati” aderisce, sta al riguardo elaborando una proposta che sarà presentata alla Regione Toscana. La proposta vuole anche essere un contributo degli operatori privati a risolvere il problema di dare una risposta efficace all’emergenza anziani nella quale già siamo calati. E’ del tutto evidente infatti che esistono anziani ai quali il sistema pubblico non riconosce la non autosufficienza e il diritto al ricovero in Rsa e che tuttavia non sono autosufficienti e necessitano di assistenza continuativa ma non sono in grado di poter sostenere i costi ,in regime privato di una Rsa.
Gli interventi audio del convegno:
- Nicola Cariglia – apertura
- Chiara Innocenti
- Paolo Lattari
- Alberto Zanobini
- Roberto Gambassi
- Paolo Migliorini
- Luigi Rossi
- Riccardo Poli
- Luciana Chiti
- Francesca Colafigli
- Paolo Frosini
- Fabrizio Baldi
- Stefania Falegni
- Lapo Cantini
- Nicola Cariglia – conclusioni