E’ stato inaugurato a Roma, alla presenza del ministro Andrea Ricciardi, l’anno europeo per l’invecchiamento attivo e la solidarietà tra generazioni per favorire il contributo degli anziani nella società. Nell’occasione è stata lanciata la campagna sociale proclamata dall’UE per “non percepire più la terza età come un peso sociale e a mettere in luce le risorse e le opportunità, invece che i limiti e gli ostacoli”.
L’Italia ha inaugurato l’anno europeo per l’invecchiamento attivo e la solidarieta’ tra generazioni per favorire il contributo degli anziani nella societa’. Alla presenza del ministro per la Cooperazione internazionale e l’integrazione, Andrea Riccardi, il 19 aprile a Roma e’ stata lanciata la campagna sociale proclamata dall’Unione Europea, durante il convegno ‘Sfide demografiche e solidarieta’ tra le generazioni‘ del Dipartimento per le politiche della famiglia, per ”non percepire piu’ la terza eta’ come un peso sociale e a mettere in luce le risorse e le opportunita’, invece che i limiti e gli ostacoli”.
L’invecchiamento attivo, spiegano gli organizzatori, ”significa invecchiare in buona salute, partecipare alla vita della collettivita’ e sentirsi realizzati nel lavoro” con l’obiettivo di ”trarre il massimo vantaggio dall’enorme potenziale di cui continuiamo a disporre anche se siamo avanti con gli anni”.
In base alle statistiche Eurostat, l’eta’ media dell’Unione europea e’ attualmente di 39,8 anni. Entro il 2060 la media salira’ a 47,2 e si registrera’ nella popolazione over 65 dell’Ue un aumento del 30% circa, contro il 16% del 2010. Nei prossimi anni, la popolazione europea in eta’ lavorativa diminuira’, mentre quella formata dagli over 65 continuera’ a crescere a un ritmo di circa 2 milioni di persone all’anno. Entro il 2060 il rapporto fra le persone in eta’ lavorativa e quelle sopra i 65 anni potrebbe diventare di 2 a 1.
Per questo l’anno europeo 2012 promuove l’invecchiamento attivo in 3 settori: occupazione, partecipazione alla vita sociale e autonomia. Tre dimensioni che mirano ad incoraggiare i lavoratori anziani a rimanere nel mondo del lavoro, migliorare le opportunita’ e le condizioni in modo da consentire agli anziani di contribuire alla societa’ facendo opera di volontariato o occupandosi della famiglia e di svolgere un ruolo attivo nella societa’ evitando cosi’ l’isolamento sociale e molti dei problemi e rischi che l’accompagnano e infine sviluppare l’autonomia in termini di assistenza a lungo termine.
Analogamente ad altri paesi europei, l’Italia e’ soggetta al problema di un significativo invecchiamento della popolazione. Secondo dati recenti pubblicati dall’ European Statistical Office (Ufficio Europeo Statistiche), nel 2010 oltre il 32,5% della popolazione italiana aveva cinquant’anni e oltre, rispetto al 26,5% del 1990. Una recente indagine di Eurobarometro sull’invecchiamento attivo, condotta a gennaio 2012, ha scoperto che il 64% della popolazione italiana considera il proprio paese ”a misura di anziani”.
Collegamenti utili
Testo della Decisione del Parlamento europeo e del Consiglio del 14 settembre 2011
Il sito dedicato all’iniziativa dalla Commissione europea
Il sito dedicato all’iniziativa dal Dipartimento per le politiche della famiglia