“Trovato morto in casa dopo diversi giorni. La scoperta grazie ai vicini insospettiti dalla perdurata assenza. I familiari della vittima, rintracciati dalle forze dell’ordine, intervenute a seguito….”
Spesso le nostre cronache recitano più o meno similarmente. Sono infatti sempre più numerosi gli anziani soli nelle proprie abitazioni; soli per l’impossibilità di condividere la propria vita con i parenti stretti; soli per la mancanza di familiari; soli per la difficoltà economica che non consente di poter disporre di collaboratori familiari, ect. Case che rappresentano per essi la quotidianità, la vita, ma che nascondono le maggiori insidie. E la caduta è sempre dietro l’angolo, e le conseguenze possono essere veramente tragiche.
Eppure con la fisioterapia l’anziano cade in piedi; questo infatti lo slogan del congresso della Società Italiana di Fisioterapia (SIF), recentemente conclusosi a Pacengo del Garda (VR), durante il quale sono stati presentati i risultati di una ricerca internazionale sulla fisioterapia geriatrica dai quali si evince come le cadute rappresentino un fenomeno sempre più frequente tra gli anziani, con conseguenze spesso gravi per la loro autonomia e per la loro qualità di vita, e con non trascurabili impatti economici sui sistemi sanitari nazionali: una stima approssimativa colloca infatti tali costi per i paesi tra lo 0.9% e l’1,5% della spesa totale e tra lo 0.07% e lo 0.20 % del PIL.
Secondo i fisioterapisti, però, il rischio cadute può essere notevolmente ridotto, addirittura dimezzato, seguendo alcune semplici precauzioni giornaliere e praticando una ginnastica quotidiana mirata.
Secondo Paolo Pillastrini, presidente della SIF ed ordinario al Policlinico Sant’Orsola di Bologna, ed Antonio Bortone, presidente della Associazione Italiana Fisioterapisti, le cadute e le loro gravissime conseguenze raccomandano un programma personalizzato di esercizi condotto da fisioterapisti. Non una normale ginnastica, bensì esercizi mirati da affiancare ad una leggera attività fisica, da effettuarsi nell’arco dell’anno così da garantire una tenuta di forma ad ossa e tendini, condizione essenziale per l’autonomia negli spostamenti. Questa attività fisica dovrebbe però essere accompagnata dalla riduzione degli ostacoli dell’ambiente dove l’anziano vive, ad esempio attraverso la rimozione di tappeti, mobili bassi ed instabili, la scelta di una adeguata illuminazione nelle stanze, la scelta di calzature sicure con suola non in cuoio e chiuse nella parte posteriore.
Per meglio far comprendere l’importanza della fisioterapia negli anziani, è stato presentato al Congresso uno studio sulle reazioni posturali a perturbazioni esterne rapide in 51 pazienti, di cui 30 giovani e 9 anziani sani e 12 pazienti con Morbo di Parkinson, dove si evince la maggior difficoltà di contrasto a perturbazione esterna da parte di persone anziane ed affette dal Parkinson rispetto ai giovani. In particolare è stato riscontrato nel tornare indietro la principale causa di cadute ripetute.
Durante il Congresso sono poi stati affrontati importanti temi inerenti gli anziani, le cadute e la fisioterapia, ed ampia ed importante la partecipazione di accademici e politici alla tavola rotonda dal titolo «Problemi etici e il ruolo della fisioterapia nelle fasi finali della vita».
Quasi ad essere ripetitivi, dunque, si evidenzia ancora una volta la necessità di promuovere attività di ricerca scientifica nel campo della fisioterapia, uno tra gli obbiettivi primari che la SIF si è proposta nell’organizzazione del Congresso, assieme alla divulgazione delle conoscenze e della pratica clinica basata su prove di efficacia.