Anziani, dove stiamo andando? Non è una domanda alla popolazione italiana degli over sessantacinque, ma una domanda che facciamo a noi stessi ed alla quale a fatica troviamo risposta. Ultimamente abbiamo più volte gridato all’allarme anziani. E non solo per via dei loro numeri, ma anche per la loro qualità di vita. Da una parte la ricerca, sempre più precaria, va avanti e propone soluzioni che ne migliorano le cure per le patologie più diffuse, garantendo loro una migliore salute. Dall’altra la crisi, in Italia sempre più preponderante, ne mina le condizioni sociali tanto da crearne dei nuovi poveri. Gli ultimi dati, per nulla confortanti, sono quelli che riguardano le nuove abitudini alimentari degli over sessantacinque, in particolare degli uomini. Secondo l’Istituto Superiore della Sanità sono infatti oltre due milioni quelli che, al tardo pomeriggio, si ritrovano al bar per l’happy hour, cibandosi con stuzzichini e piatti ricchi di grasso e colesterolo e, soprattutto, facendo eccessivo ricorso all’alcool – tanto che negli ultimi dieci anni si è registrato un incremento del 10% dei ricoveri nelle strutture sanitarie per cirrosi – disponendo così di un pasto low cost. In questa maniera possono disporrUn tempo l’happy hour era un momento di socializzazione ed aggregazione per le fasce più giovani, ed un gruppo di anziani al bar dedito all’apericena avrebbe destato l’attenzione ma anche la simpatia per lo “spirito giovanile” dimostrato. Oggi, considerandolo diventato un surrogato al loro ridotto potere d’acquisto, ci viene veramente da pensare: ma dove stiamo andando?