A causa dell’invecchiamento generale della popolazione italiana crescono sia il numero delle ricette, sia le spese per i farmaci che nella media hanno raggiunto i 110 euro all’anno per persona. I più gettonati sono quelli per la cura di ipertensione, diabete, depressione e colesterolo. Sono invece in calo le prestazioni specialistiche, mentre aumentano anche oltre la media europea, le diagnosi di cancro.
Secondo il recente report di FederAnziani il 41,9% degli over 65 intervistati ha avuto almeno una diagnosi di tumore in famiglia, mentre il 14,4% del campione convive con una pregressa diagnosi di tumore. Il che fa riflettere sulla necessità di potenziare la prevenzione e gli screening, che risultano sotto la media in ben 13 regioni sulle 21 totali in Italia.
A causa delle spending review sanitarie diminuiscono posti letto, ricoveri e degenza media, i cui dati (tra il 2012 e il 2013) registrano 7400 posti letto in meno e oltre sei milioni di giornate di degenza in meno.
Il report, infine, riporta due criticità tutte da discutere per il futuro riassetto di cui si discute per la sanità, la sua appropriatezza e i livelli essenziali di assistenza prossimi venturi.
Il primo riguarda l’elevato numero di farmaci somministrati agli anziani, specie in quelli che hanno superato gli ottant’anni. Anziani che superata la fase acuta della patologia, nemmeno prendono tutte le pillole somministrate loro dal medico.
Il secondo riguarda invece un futuro in cui “non si sarà più curati da medici, ma da soggetti tecnici”, spostando il carico di costi verso le assicurazioni, soggetti che non hanno interessi né economie gestionali in grado di prendere in considerazione chi ha più bisogno di attenzione sanitaria e assistenziale, ovvero gli anziani stessi.