Il ricordo di una persona perbene a dieci anni dalla scomparsa. L’articolo di Marcello Paris per ReportPistoia.
A Pistoia molti anziani lo ricordano ancora per quanto ha fatto per la città, i più giovani per la Fondazione Filippo Turati Onlus, da lui fondata nel 1965, che si compone di quattro centri socio sanitari attivi nelle cure mediche, riabilitative e prestazioni ambulatoriali: in Toscana a Pistoia e Gavinana; nel Lazio a Zagarolo e in Puglia a Vieste, sua terra d’origine. Qui da noi, crediamo, la più nota è certamente la sede di Gavinana. Quest’ultima, oltre che per l’eccellenza della riabilitazione funzionale “normale” si distingue per la riabilitazione intensiva residenziale post acuta e la riabilitazione estensiva in soggetti portatori di disabilità neuropsichiche. Inoltre la struttura è nota come Centro Residenziale per Anziani (RSA).
Ma vediamo chi era Antonio Cariglia
Era nato a Vieste (FG) nel 1924; a Pistoia era arrivato a 11 anni quando la famiglia vi si trasferì: suo padre aveva vinto un concorso per Comandante dei Vigili Urbani.
Qui Antonio compì gli studi fino a laurearsi in Scienze Politiche e Sociali presso la Facoltà Cesare Alfieri dell’Università di Firenze.
Intanto aveva cominciato ad interessarsi di politica fino ad arrivare agli anni dal 1943 al 1945 quando comandò formazioni partigiane nella lotta di Liberazione.
Nella lunga e intensa attività politica ricoprì incarichi di vertice anche in campo sindacale: a 27 anni divenne segretario nazionale della Unione Italiana del Lavoro.
Poi entrò nella Direzione Nazionale del PSDI rappresentandolo per decenni a livello internazionale in qualità di membro permanente del Bureau dell’Internazionale Socialista.
Ricoprì la carica di vice-segretario nazionale del PSDI e, dal 1966 al 1969 del PSI-PSDI Unificati, per approdare all’incarico di segretario nazionale del PSDI dal 1987 al 1992.
Lunga e prestigiosa anche la carriera parlamentare: cinque legislature in quattro delle quali aveva ricoperto la carica di Presidente di Commissione e, più volte, parlamentare europeo.
In questi anni Cariglia ricopre la carica di dell’Assemblea Parlamentare del Consiglio d’Europa. Poi era stato nominato membro del Comitato Monnet (il Comitato che fornì le basi per l’Unione Europea e il Trattato di Maastricht) e Delegato del Governo all’Assemblea delle Nazioni Unite e Consigliere della Corte dei Conti.
Cariglia per Pistoia
Oltre ai Centri Sanitari a Pistoia, in qualità di presidente dell’Istituto Autonomo Case Popolari, aveva realizzato, negli anni ’50 e 60, villaggi residenziali ( Belvedere, Scornio, Pescia ) che consentirono di assegnare alloggi a centinaia di famiglie.
Il suo interesse per la politica lo aveva visto impegnato anche sul territorio dove era stato eletto più volte al consiglio comunale di Pistoia e Firenze.
Erano gli anni ’60. Cariglia era giovane ma già aveva conquistato una posizione di rilevo nel panorama politico nazionale. Come abbiamo detto, a 27 anni era stato uno dei segretari nazionali della UIL, deputato eletto nella circoscrizione Firenze-Pistoia a 39 anni, nel 1963 e, appena entrato in Parlamento, presidente della prestigiosa Commissione Esteri della Camera.
La militanza politica
Veniva attaccato spesso con veemenza, anche feroce, soprattutto perché a sinistra era uno dei pochi a ripetere che l’Italia doveva mantenere i suoi legami con il mondo occidentale. Lo chiamavano “l’atlantico di ferro” quando i comunisti avevano il cuore e la mente rivolti ad est, i socialisti muovevano i primi passi verso l’Internazionale socialista ed i democristiani perseguivano una politica estera appena sussurrata.
Polemiche ed attacchi non lo spaventavano e non lo facevano arretrare di un millimetro senza mai rinunciare a ciò che proclamava: la coerenza.
Altre tappe dell’impegno politico
Per decenni è stato l’unico rappresentante italiano nel Bureau dell’Internazionale Socialista dove introdurrà prima Pietro Nenni ( in seguito all’Unificazione socialista: 1966-69 ) e, molti anni dopo, Achille Occhetto.
Cariglia era molto legato al fondatore della socialdemocrazia italiana, Giuseppe Saragat con il quale frequentava uomini come Brandt, Wilson, Kreisky. Anticipava temi che sarebbero poi diventati consueti nel dibattito politico: la riforma dello Stato, l’efficienza del potere e della pubblica amministrazione senza, però, che venisse messo in discussione l’equilibrio dei poteri. Come presidente della Commissione interni della Camera promosse fin dai primi anni ’70 una indagine conoscitiva sulla situazione della stampa in Italia.
In lui prevaleva sempre il senso dello Stato e anche quando venne inquisito ai tempi dell’ondata giustizialista e dovette aspettare 12 anni per vedersi completamente prosciolto, rinunciò alla prescrizione perché la sua onestà fosse riconosciuta senza lasciare dubbi.
Perseguì con tenacia il riconoscimento delle sue ragioni e non abbandonò nemmeno per un attimo il campo naturale della sua militanza politica a sinistra, fedele alla sua visione socialista e democratica.
“In politica –diceva- se si persegue il bene comune, occorre riconoscere che le sconfitte sono sempre più numerose delle vittorie, perché difficilmente si ottiene quanto si vorrebbe”.
Per concludere
Antonio Cariglia è scomparso a 86 anni, dopo settanta di attività politica iniziata sui banchi di scuola combattendo il fascismo, proseguita con la lotta partigiana, l’attività sindacale, ed il perseguimento degli ideali socialdemocratici fino ai più alti livelli nazionali e internazionali. Nel tempo gli sono stati tributati molti riconoscimenti anche dagli avversari. Alcuni hanno poi ammesso la validità delle posizioni che in passato avevano contrastato.