L’età fragile
Film di Gianni Di Gregorio (ITA, 2008, durata 76 min.)
In un appartamento nel centro di Roma vivono Gianni, un uomo di mezza età di bell’aspetto e dai modi gentili, e sua madre Valeria, nobildonna decaduta . Per una serie di incroci fortuiti, nell’afa di Ferragosto, Gianni si ritroverà a dover gestire altre tre anziane, piazzategli in casa dall’amministratore di condominio la madre Marina e la zia Maria) e da un amico (la madre Grazia), ognuna col suo personalissimo bagaglio di acciacchi e stranezze. Ne verrà fuori una commedia di interni agrodolce, dove la convivenza obbligata farà nascere dissapori ma anche momenti felici di pura evasione.
Gianni Di Gregorio, sceneggiatore di “Gomorra” di Matteo Garrone, si mette in gioco come regista quasi sessantenne per descrivere a suo modo un mondo che, si capisce, gli appartiene. Trasferendo la libertà narrativa e una certa dose di improvvisazione dalle terribili strade di Scampia ad un appartamento occupato da signore che l’età ha reso esigenti e un po’ cocciute, Di Gregorio lascia che sia il mondo a raccontarsi attraverso la spontaneità delle quattro bravissime interpreti.
Ognuna con le sue piccole manie come la pasta al forno o una certa dose di superiorità di rango, le signore riescono a condividere un momento di comunanza determinato non da contingenze drammatiche, come avviene nella stragrande maggioranza di film sul tema, ma dalle necessità dei figli/nipoti, pronti a pagare pur di comprarsi un giorno di libertà, lontani dai problemi e dagli obblighi della vecchiaia.
Con leggerezza Di Gregorio ci racconta lo strappo fra generazioni geneticamente vicine ma socialmente distanti anni luce, giocando ironicamente sull’interesse prettamente economico sotteso allo scambio di favori. Una innocua tangente mascherata da paghetta o viceversa, sempre e solo per poter ridere e vivere una volta ancora, una volta di più.
Michele Galardini
Direttore di CarnageNews